Archivio | giugno 4, 2008

PADRE-MOSTRO: IN CELLA GLI ARRIVANO 200 LETTERE D’AMORE


Vienna, 13:05

Per il mondo e’ il “padre-mostro” che ha sequestrato e violentato la figlia per 24 anni, ma a Josef Fritzl sono arrivate 200 lettere d’amore di ammiratrici che lo definiscono “un uomo incompreso” e “dal cuore d’oro”. A riferirlo e’ stato un giornale austriaco distribuito gratuitamente. Secondo un altro giornale austriaco, il popolare ‘Oesterreich’, le lettere pervenute a Fritzl sono “non piu’ di venti” e contengono “in gran parte” solo minacce. Prima che si arrivi al processo del padre-mostro dovranno passare comunque almeno due anni perche’ il suo caso richiede una “maratona giudiziaria”. Oltre alle accuse di violenza carnale, incesto e sequestro di persona, Fritzl dovrebbe anche rispondere di quella di omicidio, relativo alla morte avvenuta poco dopo la nascita di uno dei figli avuti dalla povera Elisabeth. Per poter formalizzare quest’ultima accusa e’ tuttavia necessario interrogare i testimoni della vicenda, che secondo le autorita’ di polizia sono ancora “molto segnati sul piano psicologico”. Il legale di Fritzl, Christoph Herbst, ha dichiarato a “Oesterreich” che “saranno i medici a stabilire quando i componenti della famiglia potranno essere ascoltati dalla procura”.

Abusa della figlia, condannato a sette anni anche in appello, non è mai andato in carcere

La ragazzina aveva tentato il suicidio per sfuggire alle violenze e poi aveva denunciato tutto

MILANO 04/06/2008 – Ha abusato della figlia di sei anni, costringendola ad avere rapporti sessuali con lui anche sotto pagamento. Violenze proseguite fino a quando la bambina ha compiuto 15 anni. Solo allora, la ragazzina, temendo ulteriori abusi, tentò il suicidio ingerendo sostanze tossiche. E la storia venne a galla. Ieri la Corte d’Appello ha confermato la condanna a 7 anni e 6 mesi di reclusione nei confronti di L.A, che ieri non era presente in aula durante la lettura della sentenza.

Nel corso di questo assurdo rapporto l’uomo faceva spesso dei regali quasi a titolo di pagamento delle prestazioni della figlioletta. A far scoppiare lo scandalo fu un grave episodio di cui la giovane fu protagonista e vittima. Accade una sera in cui la moglie dell’imputato si trovava fuori casa per lavoro e la ragazzina chiese alla nonna di rimanere malgrado avesse in programma un viaggio a Roma per andare dall’altro figlio. In preda al terrore la giovane, temendo altre violenze, tentò il suicidio ingerendo sostanze tossiche. Portata in ospedale, si riprese e per spiegare le motivazioni del suo gesto, raccontò i fatti facendo scattare l’incriminazione per il padre.

In primo grado l’uomo è stato condannato a sette anni e sei mesi di reclusione, dichiarato perpetuamente interdetto dai pubblici uffici e allontanato dalla famiglia.
Ieri in aula il sostituto procuratore generale Laura Bertolè Viale ha chiesto la conferma della sentenza. Dopo due ore di camera di consiglio, il collegio giudicante ha ribadito il giudizio del tribunale. Condannando l’imputato. La vittima ora è ospite di una comunità. Il padre, invece, non è mai stato arrestato.

Cronaca qui Milano Annibale Carenzo 4 giugno 2008

Viterbo, si finge pranoterapeuta per abusare di cinque ragazzine

In manette un pensionato per violenza sessuale continuata e aggravata tra le vittime la figliastra dell’uomo e quattro amiche fra i 13 ai 17 anni

Diceva che i suoi ‘massaggi’ erano ‘riti di bellezza’ per sviluppare le parti femminiliVITERBO – Si fingeva pranoterapeuta per abusare della figliastra e di quattro amiche della ragazza, tutte fra i 13 ai 17 anni. L’uomo, un pensionato 61enne di Viterbo, è stato arrestato per violenza sessuale continuata e aggravata.

Come è emerso dalle indagini le ragazzine hanno subito ripetuti abusi tra il 2006 e l’agosto del 2007, nella casa dell’uomo. Il pensionato diceva alle sue vittime, che cercavano di ribellarsi agli abusi, di essere un guaritore e che i suoi ‘massaggi’ erano finalizzati a ‘riti di bellezza’ per sviluppare le parti femminili.

A parlare per prima degli abusi subiti è stata una delle giovani vittime. Le sue confidenze sono state comunicate a un’assistente sociale e sono partite così le indagini della polizia. Indagini che proseguono per capire se la convivente dell’arrestato fosse o meno a conoscenza degli abusi.

(La Repubblica 4 giugno 2008)

Droga: chiesto rinvio a giudizio per Azouz Marzouk

COMO – Depositata oggi, da parte della procura di Como, la richiesta di rinvio a giudizio per Azouz Marzouk e altre nove persone, a conclusione dell’inchiesta sullo spaccio di droga nell’Erbese. Marzouk, marito di Raffaella Castagna e padre di Youssef, uccisi nella strage di Erba, e’ al momento agli arresti domiciliari. (Agr)