Archivio | giugno 5, 2008

Delitto Olgiata: trovato Dna maschile non appartenente ai due indagati

Isolato dagli esperti nominati dalla procura.

Novità nell’omicidio della contessa Filo Della Torre del luglio 1991, la nobildonna romana uccisa nella sua villa
Giallo dell’Olgiata, si riapre il caso (4 gennaio 2007)
Olgiata, l’omicida colpì perché scoperto (5 febbraio 1994)
Olgiata: si indaga anche sui depistaggi (1° maggio 1994)

Alberica Filo Della Torre (Ansa)
ROMA – Si riapre l’inchiesta sull’omicidio della contessa Alberica Filo Della Torre, la nobildonna romana strangolata e colpita con uno zoccolo alla testa nella sua villa dell’Olgiata il 10 luglio 1991. Il profilo di un Dna maschile è stato isolato dagli esperti nominati dalla procura su uno dei reperti esaminati dopo la riapertura dell’inchiesta. I consulenti della procura, Paolo Arbarello, Carla Vecchiotti e Vincenzo Pascali lo hanno rilevato su un fazzoletto di carta estrapolandolo dall’analisi del muco. Intanto, la procura ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta a carico del filippino Winston Manuel e di Roberto Iacono, che erano stati riscritti nel registro degli indagati come atto dovuto.

REPERTI – Secondo quanto si è appreso, il profilo di dna è stato prelevato da una traccia di muco trovata su un fazzoletto di carta trovato nella stanza della vittima e repertato insieme con altri oggetti. Dalle comparazioni eseguite è emerso che il Dna non appartenga né a Manuel, che faceva parte del personale di servizio della villa, né a Iacono, figlio della governante dei figli della contessa. I nuovi test di laboratorio erano stati disposti affinché i reperti fossero riesaminati con l’ausilio delle nuove e più sofisticate tecniche di indagine, specie quelle relative all’identificazione delle tracce biologiche. La nuova inchiesta giudiziaria era partita nel gennaio dello scorso anno in seguito a un’istanza di Pietro Mattei, marito della nobildonna morta all’età di 42 anni. All’istanza era allegata una consulenza dei biologi Francesco Fiorentino e Marina Baldi dalla quale emerge che le nuove tecnologie, in particolare quelle sull’identificazione del Dna, hanno «una sensibilità di circa mille volte superiore a quella delle metodologie utilizzate» all’epoca.

Corriere della Sera 05 giugno 2008

Alberica Filo Della Torre fu uccisa il 10 luglio 1991 nella sua villa Giallo dell’Olgiata, si riapre il caso Su richiesta di Pietro Mattei, marito della vittima, analizzate le tracce ematiche e altri reperti mai utilizzati per le indagini STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU’ LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO

Alberica Filo Della Torre (Ansa)
ROMA – Il giallo dell’Olgiata non vede ancora la parola «fine». La procura di Roma ha deciso di riaprire le indagini sull’omicidio della contessa Alberica Filo Della Torre, uccisa nella sua lussuosa villa romana il 10 luglio 1991. Il nuovo fascicolo processuale è intestato «atti relativi a», ossia ancora privo di ipotesi di reato e di indagati, sulla base dell’istanza presentata dal marito della nobildonna, il costruttore Pietro Mattei. Gli accertamenti saranno curati dal procuratore aggiunto Italo Ormanni, lo stesso che, nell’estate 2005, sollecitò l’archiviazione dell’inchiesta per la mancata identificazione del responsabile del delitto, e dal sostituto Nicola Maiorano.
TRACCE DI SANGUE – Il legale di Mattei, Giuseppe Marazzita, chiede che siano riesaminati, alla luce delle nuove e più sofisticate tecniche di laboratorio, i reperti dell’epoca per risalire alla persona cui appartengono le tracce ematiche. In particolare quelle trovate sui pantaloni dei due uomini che all’epoca dei fatti furono indagati per poi essere prosciolti: Roberto Iacono, figlio dell’ex governante di casa Mattei e Manuel Winston, il domestico filippino. Nell’istanza si chiede anche di sottoporre ad accertamento ematico e genetico anche altri reperti mai analizzati in passato: il lenzuolo del letto della contessa, la canottiera e il completo intimo indossati dalla vittima, lo zoccolo trovato accanto al cadavere. I reperti dovranno quindi essere rintracciati e affidati a un gruppo di esperti.
MILLE VOLTE PIU’ PRECISE – Secondo una consulenza dei biologi Francesco Fiorentino e Marina Baldi risulta che «le nuove tecnologie», in particolare quelle sull’identificazione del dna, hanno «una sensibilità di circa mille volte superiore a quella delle metodologie utilizzate» all’epoca. Alberica Filo Della Torre fu uccisa dopo essere stata strangolata e colpita violentemente alla testa, probabilmente con lo zoccolo. L’omicidio avvenne nello stesso giorno in cui era in programma, nella villa dell’Olgiata, una festa per i dieci anni di matrimonio dei coniugi Mattei.
TROVARE IL COLPEVOLE – «Siamo soddisfatti della riapertura del caso, la nostra iniziativa è diretta ad accertare finalmente la verità con l’unico strumento possibile: la prova scientifica – ha commentato l’avvocato Giuseppe Marazzita. Dopo questo accertamento o conosceremo il nome del colpevole oppure il caso sarà definitivamente chiuso».
04 gennaio 2007

Tredicenne marocchina stuprata da un italiano di 30 anni con precedenti

Adescata davanti a scuola
L’ha attirata a casa sua e l’ha violentata. Lei è rimasta incinta. La vittima è una ragazzina marocchina di 13 anni. Lo stupratore è un italiano di 30 anni, Gaetano Calicchio, che è stato arrestato all’alba dagli agenti della Squadra mobile di Milano, con l’accusa di violenza sessuale aggravata.

La vicenda è avvenuta nel febbraio scorso. Calicchio ha avvicinato la ragazzina davanti alla scuola media di Gratosoglio e l’ha convinta a seguirlo nel suo appartamento dicendole che lì avrebbe trovato sua madre e suo fratello. Una volta a casa, il trentenne ha abusato della ragazza, intimandole poi di mantenere il segreto su quanto era successo.

Ad accorgersi che qualcosa non andava è stata la madre della vittima. La donna, 42 anni e un lavoro come colf, ha deciso di portare la figlia in un consultorio, dove i medici si sono accorti della gravidanza. Da qui si è risaliti allo stupro. La ragazza ha deciso di abortire.

Dalle indagini della Mobile sono emersi altri abusi su minori compiuti dall’uomo tra il 2007 e il 2008: un tentato stupro su una ragazzina di 14 anni e una violenza sessuale su una 15enne, entrambe adescate col pretesto di fumare uno spinello.

Domani Calicchio sarà interrogato dal gip e dovrà rispondere di violenza sessuale aggravata e spaccio di stupefacenti.

Vasta inchiesta contro la pedofilia in Australia, arrestate 70 persone

 

Il massimo della pena e' di 10 anni di carcere
Il massimo della pena e’ di 10 anni di carcere

Sydney, 5 giugno 2008

Al termine di una vasta inchiesta durata sei mesi, la polizia australiana ha arrestato 70 persone, tutte accusate di scambio e visione di immagini pedopornografiche su internet. Quattro bambini sono stati allontanati dalle proprie case. Venti di queste persone devono gia’ presentarsi davanti ai
giudici. Fra le persone fermate anche un commissario di polizia e un insegnante.

Il commissario capo della polizia federale australiana, Mick Keelty, ha detto che l’inchiesta e’ stata condotta grazie alla collaborazione della polizia di 170 paesi. Si prevedono numerosi altri arresti. Il massimo della pena prevista per il possesso di materiale pedopornografico e’ di 10 anni di carcere.

Rai News 24 -5 giugno 2008

Vescovi svizzeri: nessuna nuova direttiva per abusi sessuali

05.06.08 12:45 | Svizzera |Anche in futuro la chiesa cattolica non si rivolgerà alla giustizia per ogni singolo sospetto di abuso sessuale. La Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) intende precisare le sue direttive ma non modificarle da cima a fondo.

Dopo il caso del 67enne prete pedofilo, la CVS aveva annunciato in gennaio che avrebbe riesaminato le proprie direttive interne relative a casi di abusi sessuali. Il compito è stato assegnato al gruppo di esperti che aveva elaborato le norme, ha indicato oggi il presidente della CVS Kurt Koch in una conferenza stampa a Berna. Continua a leggere

Mantova: sacerdote accusato di abusi su immigrata

    

Sacerdote indagato per violenza sessuale. La pocura non conferma nè smentisce

04 giu 23:48

MANTOVA – Avrebbe chiesto dei favori sessuali ad una donna straniera, che ospitava in parrocchia, in cambio di un aiuto per il rinnovo del permesso di soggiorno. Un sacerdote di Mantova sarebbe indagato per violenza sessuale. La Procura al momento non conferma ne’ smentisce la notizia. (Agr)