IL GIALLO DI MEREDITH
Dalla deposizione del sovrintendente Giuseppe Privitera, della sezione identità giudiziaria, è emerso che sono state 48 le impronte, 35 digitali e 13 palmari, identificate dalla polizia scientifica nella casa dove venne uccisa Meredith Kercher
perugia, la casa di via della Pergola (Crocchioni) Perugia, 8 maggio 2009 – Dalla deposizione del sovrintendente Giuseppe Privitera, della sezione identità giudiziaria, è emerso che sono state 48 le impronte, 35 digitali e 13 palmari, identificate dalla polizia scientifica nella casa dove venne uccisa Meredith Kercher. L’investigatore ha spiegato che cinque sono risultate del giovane pugliese Raffaele Sollecito, una della studentessa americana, Amanda Knox, 17 della vittima, una di Rudy Guede (già condannato a 30 anni di reclusione con il rito abbreviato) e il resto delle due italiane che abitavano nella casa e dell’allora fidanzato di Mez.
In particolare l’impronta palmare dell’ivoriano, sporca di sangue, venne trovata sul cuscino accanto alla studentessa inglese. Nell’appartamento – ha riferito ancora il sovrintendente Privitera – sono stati rintracciati 108 di quelli che sono stati definiti ‘frammenti papillari’, 61 dei quali risultati ‘utili’ per gli accertamenti avendo 16-17 punti per l’identificazione.
Tredici le impronte non identificate, quattro delle quali nella camera dove venne compiuto l’omicidio (due su un calendario e altrettante sullo stipite della porta). Nel pomeriggio l’udienza è stata interamente dedicata alla deposizione di tre esperti della polizia scientifica che hanno esaminato le impronte. Al termine della loro testimonianza il processo è stato rinviato a domani mattina, alle 9.
la nazione 8 maggio 2009