Don Ruggero Conti, riprende il processo civile.

Roma – Legnano. Sta per iniziare un nuovo capitolo sulla vicenda di don Ruggero Conti, l’ex sacerdote di Selva Candida condannato a oltre 11 anni di carcere in via definitiva per abusi sessuali su minori e induzione alla prostituzione.

Le richieste delle vittime

Alla fine di marzo, infatti, dovrebbe iniziare il procedimento civile durante il quale il giudice quantificherà i danni da risarcire alle vittime del prete, ora sospeso a divinis. Citata in tribunale anche la curia vescovile di Santa Rufina, dalla quale ‘dipende’ la parrocchia di Selva Candida. Si sapeva degli abusi del parroco? Per i legali, sì e non si sarebbe fatto alcunché per fermarlo. Le vittime avevano chiesto un risarcimento pari a circa 10 milioni di euro. Il procedimento però era stato congelato in attesa della sentenza definitiva, di assoluzione o condanna. Alla fine la condanna c’è stata: 14 anni di reclusione, scesi a 11 in quanto don Conti aveva già scontato tre anni in carcerazione preventiva in un convento. Ora le parti civili delle vittime hanno chiesto di riavviare il procedimento civile sospeso per ottenere quanto loro spetta.

Don Ruggero Conti non è in carcere. Perché?

Ma c’è anche un altro punto da non sottovalutare. La sentenza della cassazione è arrivata nel marzo 2015. Ma don Conti è stato arrestato dai Carabinieri di Tuscania (provincia di Viterbo) solo pochi giorni fa. A quasi un anno di distanza dalla sentenza. E ora si trova in un istituto religioso protetto, in attesa del carcere. Non è quantificato il periodo in cui don Conti resterà nell’istituto. Ma rimane una domanda: perché non è stato portato in carcere dopo l’arresto? Una motivazione potrebbe riguardare lo stato di salute del prete. Più volte don Ruggero aveva manifestato di avere problemi di pressione alta. Se i problemi di salute del parroco fossero confermati e il suo stato di salute risultasse incompatibile con il regime carcerario, allora tutto si spiega. Gli avvocati di parte civile stanno facendo le opportune verifiche del caso, intenzionati a chiedere la carcerazione del parroco.

Il doppio volto di don Ruggero Conti, tra vizi privati e pubbliche virtù
A Legnano don Conti era conosciuto e stimato. Negli anni Ottanta insegnava educazione sessuale alle scuole medie Bonvesin de La Riva ed era educatore all’oratorio San Magno. Una figura carismatica, quasi paterna per i ragazzi, che in lui riponevano la massima fiducia. Spesso don Ruggero invitava i giovani a pranzo o a cena a casa sua, a Legnano. Qui i ragazzi potevano guardare un film, giocare con il computer, in un clima conviviale. Capitava però che alcuni ragazzi dormissero lì. E allora scattavano gli abusi, venuti a galla durante le indagini degli inquirenti e fondamentali per il processo, sebbene caduti in prescrizione. Masturbazione e rapporti orali. Sono le stesse vittime, ormai adulte, a raccontarlo. Spesso si mettevano sul divano e scattavano gli abusi, su ragazzini che non avevano la forza di ribellarsi. In qualche caso, secondo i racconti, don Conti offriva piccole quantità di denaro o regali (per esempio scarponcini o una felpa) per convincere le vittime, che, in difficoltà economica, cedevano per non pesare sulla famiglia.
Don Ruggero Conti a processo, tra minacce testimonianze
Il primo arresto è scattato il 30 giugno 2008. La magistratura di Roma arriva a scoperchiare il caso anche grazie all’attiva collaborazione della Caramella buona Onlus, associazione leader nella prevenzione repressione dei reati di pedofilia (parte civile al processo). Il personale della Caramella buona aveva raccolto informazione dalle vittime di don Ruggero, lavorando per oltre un anno prima dell’arrivo in tribunale. Il processo di primo grado si svolge in un clima di intimidazioni e minacce di morte rivolte sia al presidente della Caramella buona, Roberto Mirabile, sia al Pubblico ministero, Francesco Lombardo Scavo. A pochi giorni prima dell’audizione del vescovo della diocesi di Santa Rufina, Gino Reali (il 20 giugno 2010) arriva una lettera contenete minacce e proiettili, in triplice copia. Una in una redazione di un noto giornale di Milano, una a una redazione di Reggio Emilia (sede dell’associazione) e una al tribunale di Roma. Una lettera pesantissima, che ha fatto scattare tutte le precauzioni da parte della magistratura. Il giorno della testimonianza del vescovo Reali, in tribunale c’è un allarme bomba e viene blindato. Alla fine, la condanna di primo grado: 15 anni e 4 mesi di reclusione per aver abusato di alcuni ragazzini della parrocchia romana tra il 1998 e il 2008. A testimoniare ci sono anche ragazzi legnanesi ormai adulti , che avrebbero subito abusi da parte del prete. Nel maggio 2013, l’appello conferma la condanna in primo grado, con una leggera riduzione della pena a 14 anni e due mesi in quanto alcuni episodi erano nel frattempo caduti in prescrizione.Poi la sentenza in cassazione.
 
27 aprile 2010, don Ruggero Conti in aula: “Contro di me, accuse fasulle”
Don Conti si è più volte difeso e nelle dichiarazioni spontanee rese in aula il 27 aprile 2010, parla ai giudici: “Dichiaro la mia innocenza, la totale estraneità rispetto i reati di cui sono imputato; anche se questi stringono intorno a me in una morsa dolorosissima vorrei quasi essere colpevole per poter chiedere perdono per accettare così più serenamente la pena e il giudizio degli altri. (…)Sapevo da tempo che si andava addensando accuse fasulle contro di me. (…) La notizia di questo arresto ha suscitato incredulità e dolore in tutti, proprio tutti a partire dai ragazzi che si accingevano a partire con me ma non una sola famiglia ha manifestato un dubbio. Lo dicono le migliaia di lettere ricevute che mi hanno consentito di resistere. (…) Ecco signor presidente non sono un mostro, sono innocente lo dico con retta coscienza, umilmente”.

Il libro

Sulla vicenda è stato scritto anche un libro dalla giornalista Angela camuso, ‘La preda. Le confessioni di una vittima’. Dopo aver seguito il caso e i vari atti processuali, la Camuso scrive nero su bianco la storia agghiacciante di un prete che era il punto di riferimento per molti. Un prete potente e carismatico, insospettabile. che in virtù del suo ruolo ha strappato l’adolescenza a molti ragazzini. Nel silenzio della chiesa.

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