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Pedofilia, Genova : Arrestato professore scuole Medie

Insegnante accusato di palpeggiare alunna

Genova – E’ accusato di aver approfittato di una studentessa della scuola media dove insegnava e di averla palpeggiata in più occasioni, durante la ricreazione.
Nei guai è finito un insegnante di 60 anni, docente in una scuola del ponente genovese dove sarebbero avvenuti i fatti.
La ragazzina ha trovato il coraggio di raccontare di quelle attenzioni morbose dopo aver cambiato scuola e dopo aver parlato con una psicologa.
La giovanissima ha denunciato di essere stata più volte toccata al seno ed al sedere dall’insegnante che l’avrebbe molestata ripetutamente durante le pause di ricreazione.
La polizia ha arrestato l’uomo e lo ha posto ai domiciliari in attesa dell’interrogatorio di garanzia con il magistrato che segue l’inchiesta, delicatissima.
A supportare la denuncia della ragazzina anche alcuni racconti di altri insegnanti e di dirigenti della scuola.
I genitori della vittima hanno denunciato la vicenda solo quando la piccola ha ottenuto il trasferimento in un altro istituto per garantirle il tranquillo proseguimento degli studi.
Ora l’insegnante dovrà difendersi dalla terribile ed infamante accusa che potrebbe costargli il posto di lavoro.
Le associazioni dei genitori tornano a chiedere controlli psicologici sugli insegnanti e che tutti gli adulti che, a qualunque titolo vengano a contatto con bambini, vengano sottoposti ai rigorosi controlli psicologici che possono rivelare disturbi sessuali con tendenze alla pedofilia.

FONTE

Molestie a scuola, «vent’anni d’omertà» sul professor Morana

27 febbraio 2016

Marco Grasso

Genova – Due ragazzine con meno di 14 anni molestate sessualmente, ragazzine fotografate e invitate a incontri extra-scolastici, un’allieva «soggetta a gravi problemi personali» che tenta il suicidio, lascia la scuola e finisce in una comunità. E ancora, sei studentesse delle medie costrette a ballare davanti al professore, «turbate» perché lui, seduto, le «fissava e ne fotografava il fondoschiena» e «spiava senza permesso i loro telefonini». Il brano, del rapper Eminem, lo aveva scelto lui e ammiccava all’organo genitale femminile: «Sapete cosa significa questa parola? È quella che avete in mezzo alle gambe». Ci sono voluti altri vent’anni per arrivare all’arresto di Sergio Morana, oggi sessantenne, accusato oggi di un’altra violenza sessuale su una nuova alunna, di 11 anni, nella stessa scuola.

Mette i brividi ciò che emerge nel fascicolo raccolto dalla magistratura, che provò a incastrarlo (senza riuscirci, l’uomo verrà in parte prescritto e in parte prosciolto per l’assenza di querela) per un paio di casi di molestie e alcune foto pedopornografiche trovate sul suo computer. Soprattutto: gli inquirenti, senza girarci troppo intorno, scrivono che le segnalazioni di genitori e professori si infransero su un muro di silenzio: il vecchio preside, a metà degli anni Novanta, risolse quel primo scandalo «invitando «a prendersi un lungo congedo dal lavoro». Quell’assenza fu motivata da certificati medici che ne attestavano una «sindrome ansiosa-depressiva». E nel fascicolo tenuto dall’ex preside, F. C., di quelle segnalazioni di abusi non venne tenuta traccia. Nonostante vari elementi «avvalorerebbero l’ipotesi che l’insegnante non abbia mai cessato di mettere in atto attenzioni particolari ad alcune studentesse».

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BRESCIA, SENTENZA SCANDALO: NUDO IN AUTO CON QUATTRO BAMBINE NON E’ VIOLENZA SESSUALE

DI WILDGRETA

Purtroppo devo constatare che i giudici di Brescia, quando devono giudicare casi di pedofilia, sono sempre troppo indulgenti.Non credo poi che sequestrare 4 bambine e portarle in auto in una strada appartata sia soltanto “corruzione di minore”.In questo concordo con Aurelia Passaseo: si tratta di sequestro di persona.E masturbandosi nudo davanti a quattro bambine, il pensionato bresciano non ha  forse commesso una violenza sessuale? Per la nostra legge di solito sarebbe così, ma evidentemente i giudici di Brescia hanno valutato l’episodio diversamente.Ritengo questa sentenza uno scandalo.Le bambine saranno rimaste traumatizzate, ma nessuno ha pensato al danno che un atto del genere può provocare nella loro psiche?

Ecco l’articolo:

Antonio Cavallari non è responsabile di tentata violenza sessuale, ma dicorruzione di minorenni. Ciò è quanto ha sentenziato la Corte d’Appello di Brescia riducendo da 4 anni e 8 mesi a 4 anni e 2 mesi la condanna di primo grado.

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ACCUSATO DI STUPRO ASSOLTO PERCHE’ SI DICHIARA IMPOTENTE


di Wildgreta

Un settantaseienne tormenta una sessantenne.Erano amici, ma lui forse voleva qualcosa di più di una semplice amicizia, e così un giorno si sarebbe avvicinato alla donna commettendo abusi sessuali.La nostra legge considera violenza sessuale anche i toccamenti, quindi non c’è bisogno che vi sia penetrazione per commettere un reato.E allora come mai è stata tenuta in considerazione una perizia medica che certificava l’impotenza dell’uomo? Ecco i fatti:

ACCUSATO DI STUPRO ASSOLTO PERCHE’ SI DICHIARA IMPOTENTE

MELEGNANO 03/11/2009 – Una sentenza che non passerà inosservata e potrà suscitare nuove polemiche. Accusato di violenza carnale e minacce ai danni di una donna di oltre sessant’anni, impegnata come perpetua parti time,un 76enne residente in un paese alle porte di Melegnano è stato assolto per rito abbreviato dal gip Andrea Pirola. La difesa attende il deposito delle motivazioni del verdetto anche se per ora sembra esclusa l’ intenzione di denunciare per calunnia la sedicente vittima. I due, lui, stimato, conosciuto in paese e con famiglia, lei, pensionata, perpetua per una delle parrocchie del paese, erano amici da molti anni. Non è chiaro se vi fosse anche dell’affatto, fatto sta che a un certo punto, nel 2007, l’amicizia si interrompe bruscamente con un litigio. Sarebbe stata la donna in particolare, sostiene la procura, a non voler più incontrare l’attempato amico e a non rivolgergli più la parola. Il motivo sfugge. Ma, secondo la querela presentata dalla pensionata, lui non si sarebbe rassegnato. Dapprima avrebbe chiesto chiarimenti, poi si sarebbe trasformato quasi in uno “stalker”, reato non contestato in quanto non previsto all’epoca dei fatti, cercando di avvicinarla persino mentre lei faceva le pulizie in parrocchia. Alla fine, questo sosteneva la pubblica accusa, un giorno il 76enne sarebbe riuscito ad avvicinarla a tradimento e avrebbe commesso abusi sessuali. La difesa, contestando radicalmente la ricostruzione dei fatti, ha puntato su alcune testimonianze, non facili da reperire vista la delicatezza del contesto, e su una perizia medica, con la quale è stato sostenuto che l’uomo fosse già da diversi anni impotente. Da qui l’assoluzione “per non aver commesso il fatto”, estesa anche all’accusa di minacce. Chiara Keller

CRONACAQUI 3 NOVEMBRE 2009

“ASSOCIAZIONE FALSI ABUSI”, CHIESTA CONDANNA PER VITTORIO APOLLONI

Aggiornamento novembre 2009: Vittorio Apolloni è stato assolto dall’accusa di diffamazione

da La Stampa cronaca di torino pag. 59 di martedì 13/10/09
MONCALIERI RIVOLI

Chiesta condanna per il padre di Apolloni

In oltre due ore di discussione, di fronte al giudice di Moncalieri, pubblica accusa, parti civili e difesa hanno ricostruito

nell’udienza di ieri le fasi del processo a carico di Vittorio Apolloni: imputato di diffusione di immagini di vittime di un reato a sfondo sessuale e diffamazione .

Un processo che vede alla sbarra il padre dell‘ex presidente della scuola materna di La Loggia Valerio Apolloni,

condannato in appello assieme all’ex direttrice scolastica,Vanda Ballario, per abusi sessuali su alcuni piccoli

allievi: condanna confermata di recente, per entrambi, dalla Corte di Cassazione.

Il padre, dopo la condanna in appello del figlio, aveva intrapreso una battaglia di«opinione» sul caso, con opuscoli

e un sito internet, sollevando critiche sulla genuinità dei metodi scientifici di raccolta delle testimonianze

dei minori abusati. Il pm Patrizia Caputo ha chiesto una condanna ad un anno e tre mesi di reclusione.

Richiesta cui si sono associate le parte civili – Del Sorbo e Cannone – a nome delle famiglie dei bambini coinvolti nella

vicenda. Il difensore, Stefano Loiacono, ha chiesto l’assoluzione per tutti i capi d’imputazione, perché i fatti non

sussistono o non costituiscono reato. Il giudice Silvana Podda ha aggiornato l’udienza al22 ottobre. 1M. PEG.

Iniziato il processo a Don Ruggero “Per violenze sessuali su 7 ragazzini”

Si è aperto davanti ai giudici della VI Sezione penale di Roma il processo a Don Ruggero Conti, l’ex parroco della Chiesa della Natività di Maria Santissima di Selva Candida, alle porte della capitale, accusato di atti sessuali con minorenni e prostituzione minorile, continuati e aggravati, in relazione a violenze compiute su sette ragazzini che gli erano stati dati in custodia tra il 1998 e il 2008.

In Aula e lungo i corridoi di piazzale Clodio sono presenti molti parrocchiani, certi dell’innocenza del sacerdote. Decine i ragazzini presenti, frequentatori dell’oratorio di Selva Candida. Questa mattina indossavano delle magliette bianche con una scritta rossa: “Don Ruggero ti vogliamo bene”. Tutti, però, hanno dovuto togliere le t-shirt prima di entrare nel palazzo di giustizia.

Il tribunale presieduto da Luciano Pugliese ha accolto la costituzione di parte civile dei genitori di alcuni minori presunte vittime del sacerdote, dell’associazione onlus ‘Caramella buona’, che si occupa della lotta alla pedofilia, e di Mario Staderini, esponente dei radicali.

Presente in aula anche lo stesso don Ruggero, ancora detenuto in carcere dove è tornato su disposizione del gip Carmine Castaldo sulla base del decreto emesso dal governo in materia di sicurezza il 18 marzo scorso anche alla luce del ‘no’ del gip alla scarcerazione dello stesso sacerdote all’esito di una perizia che aveva giudicato le sue condizioni di salute non incompatibili con il carcere. Il 16 settembre precedente gli erano stati concessi gli arresti domiciliari. Continua a leggere

Madre e figlia stuprate per mesi. Arrestato 27enne violento e ubriaco

L’uomo era il fidanzato della giovane, minacciava e violentava le due donne

MILANO 26/05/2009 – Una madre e sua figlia, rispettivamente di 64 e 39 anni, sono state violentate per mesi da un uomo con il quale la più giovane aveva iniziato una relazione che presto si è trasformata in un incubo. E’ accaduto a Bollate (Milano) dove i carabinieri hanno arrestato il presunto responsabile, C.M., 27 anni, con precedenti. Le accuse nei suoi confronti sono di violenza sessuale, stalking ed estorsione. Secondo quanto si è appreso dai carabinieri della Compagnia di Rho, l’uomo, descritto spesso come ubriaco e violento, si era stabilito a forza in casa delle due e quando la madre della donna lo aveva buttato fuori di casa erano cominciate le persecuzioni sfociate, oltre che nelle ripetute aggressione sessuali, anche in minacce e richieste di soldi.

fonte

Pedofilia, don Marco Baresi: Condannato a 7 anni e mezzo ex vice rettore del seminario

don marco auto

(gli adesivi per l’auto personalizzata inneggiante alla libertà per don Marco)

Si è concluso oggi a Brescia il processo, per pedofilia e detenzione di materiale pedopornografico nei confronti di don Marco Baresi, ex vice rettore del seminario della città. Don Baresi è stato condannato a 7 anni e mezzo di reclusione per violenza sessuale e divulgazione di materiale pedopornografico. L’accusa aveva chiesto una pena di 10 anni.

Lo hanno difeso in molti, don Marco Baresi. Per lui è sorto un comitato che ha seguito anche alcune fasi del processo. Dicevano che le prove non c’erano, che avrebbero potuto giurare sulla sua irreprensibilità. Ma i giudici non sono stati dello stesso avviso. Un serio esame di coscienza si imporrebbe anche da parte della Curia Bresciana, ma credo che opterà per un:”Attendiamo le motivazioni della sentenza e,comunque, siamo solo al primo grado”. Come sempre si fa in queste occasioni.

Savona:Bimbo di otto anni legato e violentato dalla madre

24 novembre 2008| DARIO FRECCERO (secolo XIX.it)

Inchiesta choc della procura della Repubblica di Savona. Il pm Alessandra Coccoli ha chiesto il rinvio a giudizio di una donna di 43 anni che per tre anni ha picchiato, legato e, a volte, anche violentato il figlioletto. Davanti a testimoni. Il piccolo è stato affidato al Comune
Di tante storiacce di violenze e maltrattamenti in famiglia questa è senza dubbio la più terrificante degli ultimi anni. Riguarda una madre e il figlioletto che all’epoca dei fatti (fino a tre anni fa) non aveva neppure dieci anni e ha subito traumi fisici e psichici di cui difficilmente riuscirà a liberarsi. La madre gli ha fatto letteralmente di tutto: abusi fisici, psichici e persino sessuali. È una storia così da brividi che non sembra vera, gli stessi inquirenti al momento dell’indagine non credevano fosse possibile tanta brutalità da parte di una madre. Nel capo d’imputazione che la Procura della Repubblica di Savona ha formulato sul fascicolo penale a carico della donna – G. B., 43 anni, oggi domiciliata in un centro Valbormida, ma in passato residente altrove e anche fuori Liguria – ci sono descritti episodi che sono doppiamente allucinanti considerato il suo ruolo di madre, quindi dell’adulto che più di ogni altro avrebbe dovuto tutelare quel bimbo. Risulta che fino al 2005 – anno in cui i servizi sociali del Comune valbormidese dove risiedono sono intervenuti ottenendo l’affidamento del bimbo al Comune – la donna si è resa protagonista di ogni genere di violenza. Esempi? Lo legava alla sedia e picchiava brutalmente, con schiaffi e pugni ma qualche volta usando anche oggetti e cinghie che gli lasciavano segni sul corpo anche a distanza di settimane. Perché lo facesse non si sa, di certo lo ha fatto anche davanti a terzi e con un sadismo e una violenza patologici, disumani. Non solo: quando il bimbo urlava per il dolore lo imbavagliava come si vede fare nei film di torture e gli legava le mani legate dietro la schiena così che non potesse opporre resistenza. Oppure lo chiudeva in una stanza per ore, senza mai aprire, e impedendogli di piangere. Non solo: in alcune circostanze la donna si è addrittura spinta più in la abusando sessualmente del figlio. Sempre da legato, gli toccava le parti intime mettendo in pratica su di lui quelle prassi che sono tipiche dei comportamenti sadomaso più estremi. Continua a leggere

Padova: Patron di Aqualandia e “Cuba Libre”condannato per stupro. I giudici credono alla sua dipendente

Il patron di Aqualandia, l’imprenditore padovano Luciano Pareschi è stato condannato dal Tribunale di Venezia a 3 anni e 8 mesi per violenza sessuale. L’accusa: aver costretto una sua ex-dipendente cecoslovacca a un rapporto orale, mentre a fare da palo c’era il collaboratore indiano Harjnder Singh, anch’egli condannato a 3 anni e 9 mesi per atti sessuali su altre tre ragazze.
Tra la denuncia di lei e la difesa di lui, i giudici hanno creduto alla donna al punto da elevare la condanna a 3 anni e mezzo richiesta dal pubblico ministero Giovanni Zorzi. Dopo tre ore di camera di consiglio, la sentenza è stata letta dal presidente Angelo Risi.
«Non c’è alcun riscontro probatorio alla denuncia presentata dalla signora a tre mesi dai presunti fatti, non un testimone, se non l’ex fidanzato che ha riferito quanto raccontatogli dalla ragazza, non una perizia medico-legale: ricorreremo certamente in appello», commenta l’avvocato difensore Andrea Franco. Di diverso avviso il collegio giudicante, al termine di un’istruttoria dibattimentale lunga e snervante. Continua a leggere

Violenza su una delle sorelline di Amandola: condannati tre indiani.

Tre dei sette indiani accusati di aver abusato sessualmente e ripetutamente di una delle tre sorelline residenti ad Amandola e di induzione alla prostituzione, sono stati condannati dal giudice per le udienze preliminari del tribunale di Ascoli, Alessandra Panichi

di Wildgreta

Quella dei tre indiani è la seconda condanna in questo terribile caso in cui tre sorelline di 8, 12 e 16 anni erano finite al centro di un giro di pedofilia.  Lo zio  è già stato condannato  a 8 anni e 8 mesi. Oggi sono stati condannti 3 dei sette uomini di nazionalità indiana accusati di violenza sessuale di gruppo. Il terzo troncone del processo (se sono solo tre), è quello che vede imputati Antonio Ruggiu, 69 anni, e Zyber Kuljxhu, albanese di 44 anni il cui legale, il 3 ottobre scorso, ha presentato una perizia di parte del professor Luisella De Cataldo Neuburger in cui le tre sorelline venivano giudicate testimoni “inattendibili”, (leggi articolo) perchè avrebbero potuto inventare la storia, oppure a causa del “disastroso contesto familiare” aver confuso la realtà con la fantasia. Invece, appare chiaro, come afferma anche il legale di due dei condannati di ieri, “è stata valutata l’attendibilità della bambina con altri elementi che hanno permesso di ricostruire i fatti”. Speriamo che finiscano al più presto tutti i tronconi del processo e che queste tre bambine possano avere giustizia e un po’ di pace.

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