Il sociologo Stefano Zanetti
Di Wildgreta
Dopo la chiusura del suo blog “Il Giustiziere” da parte dell’autorità giudiziaria, un’altra batosta per il sociologo Stefano Zanetti, ex consulente di Pino la Monica, il maestro di teatro condannato per abusi su 8 allieve a 9 anni e nove mesi.L’accusa per Zanetti è quella di aver esercitato pressioni su di una testimone del processo di Pino La Monica. Zanetti si è proclamato innocente e infatti lo è e lo sarà, fino a prova contraria.Ovvero fino a quando non ci sarà una sentenza. Quindi attendiamo le notizie e, al contempo, facciamo i nostri migliori auguri a un ex blogger ed ex consulente, che aveva fatto del garantismo verso le persone processate per pedofilia una sua battaglia personale.Anche noi siamo garantisti, il problema è quando il garantismo si estende anche nei confronti dei condannati in via definitiva, restiamo perplessi. Là il nostro garantismo si ferma, per qualcun’altro invece prosegue con il vento in poppa, e ancora con maggior vigore. Seguiremo il caso Zanetti come abbiamo fatto con altri casi, ma senza particolare enfasi.
Consulente di Pino nel mirino del pm “Processatelo”
Chiesto il rinvio a giudizio per il sociologo Zanetti per aver contattato una testimone poi sentita a processo
- di Tiziano Soresina
Mentre il processo d’appello sulla delicata vicenda che coinvolge l’educatore-attore 38enne Pino La Monica rischia di avere tempi molto lunghi, è invece ormai prossimo all’udienza preliminare un caso giudiziario nato proprio durante il contrastato evolversi del procedimento – a porte chiuse – per pedofilia.
Si tratta dell’inchiesta scattata nel giugno 2009, quando il pm Maria Pantani, rilevò in aula che quanto riferito da una persona sentita in udienza configurava un reato, annunciando così alla Corte che intendeva procedere per subornazione di testimone contro un consulente della difesa, cioè il sociologo bolognese 42enne Stefano Zanetti.
Nel gennaio 2009 era stato annunciato – con un comunicato-stampa – l’ingresso di Zanetti nello staff difensivo di La Monica insieme allo psichiatra Camillo Valgimigli: ma nell’udienza del 10 giugno 2009 i due consulenti della difesa erano stati allontanati dall’aula perché il pm Pantani aveva contestato la loro presenza, rimarcando che si trattava di un processo a porte chiuse e che la legge prevede possano assistere alle testimonianze solo l’imputato e il suo difensore. Valutazioni fatte proprie quel giorno dalla Corte che, con un’ordinanza, aveva fatto uscire dall’aula i due consulenti.
Ma per il sociologo Zanetti in quell’udienza i contrasti con la pubblica accusa sarebbero divenuti più pesanti, perché la psicologa sentita quel giorno in aula svelava di essere stata contattata alcuni mesi prima da «qualcuno» facente parte dello staff di consulenti della difesa. E quel «qualcuno» lo identificava nel sociologo bolognese, che si sarebbe fatto vivo con lei per chiederle un incontro.
Una «mossa» ritenuta non legittima dal pm Pantani, perché quel contatto fra Zanetti e la psicologa (ritenuta un testimone importante dalla procura) sarebbe avvenuto quando le indagini sul caso-La Monica non erano ancora chiuse e con l’intenzione di far ritrattare la professionista, da qui l’accusa per il sociologo di subornazione di testimone.
Una ricostruzione sempre contestata da Zanetti che sostiene d’aver agito correttamente e non certo per mettere «pressione» alla psicologa. Di diverso avviso il pm Pantani che ha chiuso l’inchiesta e chiesto il rinvio a giudizio per il sociologo
La professionista, come consulente di una scuola, aveva raccolto i racconti allarmanti di alcune minorenni frequentanti i corsi di teatro tenuti da La Monica, mettendo poi quelle parole delle studentesse nero su bianco in una relazione poi consegnata al preside dell’istituto scolastico.
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