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Pedofilia, don Mauro Stefanoni: in 300 pagine la richiesta di assoluzione in appello

Mauro
I legali in appello

Un appello fiume, di 271 pagine. È quello presentato, al limite del tempo consentito, dai legali di don Mauro Stefanoni, l’ex parroco di Laglio condannato in primo grado, dal collegio del Tribunale di Como composto da Alessandro Bianchi, Luciano Storaci e Paola Braggion, a 8 anni di reclusione per violenza sessuale ai danni di un ragazzo che, all’epoca dei fatti, era minorenne. Quasi trecento pagine dunque, più del doppio di quelle impiegate per motivare la sentenza (furono 117), in cui gli avvocati Guido Bomparola e Massimo Martinelli non hanno risparmiato nessuno: il Tribunale – che avrebbe usato «metodi inquisitori», «impedendo l’esercizio del diritto alla difesa», sostenendo fatti «inventati di sana pianta» e questo nonostante le «prove contrarie» – la polizia giudiziaria, la presunta vittima, i testimoni che avrebbero raccontato cose non vere e perfino, buon ultimo, i consulenti e la stampa, che avrebbe «sbattuto il mostro in prima pagina» arrivando a condizionare i testimoni della difesa. Continua a leggere

Pedofilia, don Mauro Stefanoni: i tre monsignori indagati respingono le accuse

INCHIESTA SU DON MAURO STEFANONI
Spiegano e si giustificano. Danno la loro versione dei fatti e sostanzialmente si dichiarano del tutto estranei alle contestazioni che la Procura di Como ha fatto nei loro confronti.

I tre monsignori indagati dal pm Maria Vittoria Isella con l’accusa di avere rivelato a don Mauro Stefanoni, ex parroco di Laglio, l’esistenza di una indagine penale a suo carico, hanno già fatto avere in questi giorni – nel pieno rispetto dei tempi concessi loro dalla legge – le loro controdeduzioni al magistrato. Continua a leggere

PEDOFILIA:CASO DON MAURO STEFANONI, VESCOVO MAGGIOLINI NON RISPONDE AL PM

(AGI) – Como, 4 set.- Si e’ avvalso della facolta’ di non parlare il vescovo emerito di Como, Monsignor Alessandro Maggiolini, comparso nel pomeriggio di oggi davanti al Sostituto procuratore Maria Vittoria Isella che lo accusa di concorso in favoreggiamento per aver informato don Mauro Stefanoni, l’ex parroco di Laglio condannato a 8 anni e a 150mila euro di risarcimento per violenze sessuali su un 14enne affetto da lieve disabilita’ mentale, delle indagini in corso facendo in modo che, secondo la Procura lariana, don Mauro “correggesse” il suo modo di parlare al telefono e di comportarsi di conseguenza. Monsignor Maggiolini, all’epoca dei fatti era a capo della Diocesi comasca ed e’ stato iscritto sul registro degli indagati insieme a due suoi collaboratori dell’epoca: l’attuale vescovo di Crema, Monsignor Oscar Cantoni e l’ormai ex vicario generale della Curia di Como, Enrico Bedetti. Arrivato a Palazzo di Giustizia accompagnato dai due avvocati Carlo e Vittorio Rusconi e su una sedia a rotelle, sulla quale da tempo e’ costretto per le cure chemioterapiche cui e’ sottoposto da qualche anno, dopo l’asportazione di un polmone per un tumore, ci e’ rimasto giusto il tempo di formalizzare la decisione di non rispondere alle domande. Poi se ne e’ andato dalla porta sul retro cercando di “dribblare” fotografi e cameraman. Sono, invece, ancora all’interno del Palazzo di Giustizia gli altri due monsignori indagati. (AGI)

PEDOFILIA: DOPO CONDANNA DON MAURO STEFANONI, TRE MONSIGNORI IN PROCURA

(AGI) – Como, 3 set. – Tre Monsignori in Procura a Como domani pomeriggio davanti al sostituto Maria Vittoria Isella, che li ha iscritti sul registro degli indagati per favoreggiamento personale nei confronti di don Mauro Stefanoni, l’ex parroco di Laglio e Brienno. Don Mauro e’ stato condannato il 29 maggio scorso a 8 anni di reclusione e al pagamento di 150mila euro come risarcimento danni, perche’ ritenuto dal Tribunale lariano colpevole di violenze sessuali ai danni di un ragazzino con lieve disabilita’ mentale e all’epoca dei fatti, il 2004, appena 14enne. Davanti al magistrato dovrebbero sfilare l’ex Vescovo di Como, Monsignor Alessandro Maggiolini, e i suoi collaboratori dell’epoca, Monsignor Oscar Cantoni (attuale Vescovo di Crema) e Monsignor Enrico Bedetti. Continua a leggere

Pedofilia: l’accusatore di don Mauro Stefanoni è credibile. Nessun complotto

Rese note le motivazioni della sentenza che condanna in primo grado l’ex parroco di Laglio per violenza sessuale
Secondo i giudici non esiste alcun complotto dovuto a inimicizia

«La vittima ha rilasciato reiterate dichiarazioni che, valutate» e unite alle «risultanze probatorie», confermano l’accusa a don Mauro Stefanoni. E questo, «nonostante l’esposizione del ragazzo» sia stata spesso «caotica, confusa» ma su dettagli «di poco conto». Continua a leggere

Don Mauro Stefanoni: un blog pubblica l’intercettazione di una sua telefonata

Dal blog Vivere e morire a Como

Un buon numero di cittadini di Colico (pare oltre 600) si è fatto promotore di una petizione in sostegno di don Mauro Stefanoni, l’ex parroco di Laglio condannato dal Tribunale di Como a 8 anni di carcere per violenza sessuale nei confronti di un suo ex parrocchiano ai tempi dei fatti minorenne.In sostanza, secondo i firmatari il sacerdote sarebbe vittima di un clamoroso errore giudiziario. Non è possibile, insomma, secondo la gente di Colico, che don Mauro possa avere inclinazioni omosessuali.

Quello che segue è un colloquio telefonico intercettato alle 23.04 dell’11 novembre 2004 tra don Mauro (che verrà in seguito indicato con DM) e un suo giovane amico (indicato con A) residente a Ponte Tresa, paese in cui don Mauro era stato parroco prima di essere trasferito a Laglio. Continua a leggere

CLINICA DEGLI ORRORI/ LE INTERCETTAZIONI CHE NON SAREBBERO PIU’ POSSIBILI


            L’orrore della clinica Santa Rita

di Wildgreta

Ricordiamo che, grazie al Disegno di Legge sulle intercettazioni, se non ci saranno modifiche sostanziali in Parlamento, casi come quello della clinica Santa Rita non verranno più smascherati. Chi afferma il contrario, infatti, non sa che senza una prova schiacciante come una conversazione in cui impiegati e medici ammettono di aver falsificato o operato qualcuno senza motivo, tutti gli indagati potrebbero mettersi d’accordo per riferire un’unica versione dei fatti e, a quel punto, con le cartelle mediche formalmente in regola, e le sole denunce di alcuni pazienti, le indagini per scoprire chi è coinvolto nella truffa e quale tipo di reati sono stati commessi, impegnerebbe i magistrati per il doppio del tempo, senza neppure la certezza di riuscire ad individuare tutti i responsabili. Le intercettazioni forniscono anche piste investigative da seguire, che altrimenti, resterebbero sconosciute. Per non parlare, poi, del capitolo che riguarda gli uomini di chiesa. Si dice, infatti, nel DDL che “in presenza di indagini a carico di preti deve essere avvertito il vescovo e, in presenza di indagini a carico di un vescovo, deve essere avvertito il Vaticano. In uno dei casi noti in cui i magistrati hanno avvertito un vescovo, ovvero il caso di pedofilia che riguardava don Mauro Stefanoni, questi avrebbero immediatamente avvertito don Marco e, per questo, sono indagati di favoreggiamento ben tre monsignori. A che pro, quindi, inserire questa norma “salva preti pedofili”? E ora le agghiaccianti conversazioni della Clinica degli orrori, tanto per non passare una domenica qualsiasi…. Continua a leggere

Condanna don Mauro Stefanoni, la difesa:” Non siamo stati tutelati dalla Corte”

 1 giugno 2008


Botta e risposta tra legali del prete e parti civili

L’avvocato di don Mauro: «Le cose in appello andranno diversamente»

(da.c.) Il giorno dopo la sentenza di condanna a 8 anni di carcere e a 180mila euro complessivi di risarcimento, condanna inflittagli dal Tribunale di Como che lo ha giudicato colpevole di violenza sessuale ai danni di un minore, l’ex parroco di Laglio, don Mauro Stefanoni, resta chiuso nel suo silenzio. Non parla, il sacerdote. Anche per obbedire a una precisa richiesta della Curia. Il vescovo di Como, monsignor Diego Coletti, è tornato da Roma soltanto ieri, nel primo pomeriggio. Dopo una settimana trascorsa nella capitale per seguire i lavori dell’assemblea della Conferenza episcopale – lavori chiusi giovedì sera con un’udienza del Pontefice – si è subito ritirato in seminario per scrivere il breve saluto rivolto in Duomo, poche ore dopo, al suo predecessore, monsignor Alessandro Maggiolini, festeggiato per il 25° anniversario dell’ordinazione episcopale. Nei prossimi giorni è attesa l’apertura della cosiddetta “inchiesta canonica”, procedura disciplinare ribadita come necessaria proprio in questi giorni, e proprio durante l’assemblea della Cei, dal segretario generale dei presuli italiani, monsignor Giuseppe Betori.«I vescovi – ha detto Betori – sanno benissimo che non appena c’è la notizia di possibili devianze da parte di sacerdoti debbono aprire un’inchiesta canonica. E iniziare così immediatamente un cammino di indagine ecclesiastica sull’oggetto».Dopo i tentennamenti di Maggiolini, finito addirittura nel registro degli indagati della Procura per un presunto favoreggiamento di don Mauro, “avvisato” – secondo le accuse che i pm rivolgono alla Curia – dell’inchiesta in corso a suo carico, da piazza Grimoldi si attende una virata di rotta. Una svolta che non piacerebbe affatto alla difesa di don Mauro. Dice l’avvocato Guido Bomparola, legale dell’ex parroco di Laglio: «Mi auguro che la Curia non prenda alcun provvedimento contro il mio assistito che in appello sarà sicuramente assolto. Non esiste più la presunzione d’innocenza’ I vescovi sanno benissimo che si sta sparando sulla Croce Rossa, non neghiamo che alcuni fatti accadano ma noi insistiamo sul fatto che don Mauro sia completamente innocente».Bomparola torna poi sul processo e insiste sul giudizio duro, già espresso più volte, sul comportamento della Corte presieduta da Alessandro Bianchi. «Non mi sono sentito tutelato fino in fondo come avvocato difensore, in appello le cose saranno diverse».A Bomparola replica uno dei legali di parte civile, Leonardo Ortelli: «Abbiamo assistito a uno scontro quasi fisico tra il pm e la difesa. L’accanimento di cui parla Bomparola, tuttavia, non esiste. L’istruttoria dibattimentale è composta da 3.600 pagine, 3mila delle quali riempite con le osservazioni, le opinioni e le parole della difesa».
Corriere di Como 31 maggio 2008

Processo a Don Mauro Stefanoni: otto anni al prete pedofilo di Laglio

Don Mauro abusava di un ragazzino, all’epoca dei fatti minorenne. Il giovane lo denuncia. Lui si dice innocente ma i siti e le chat frequentate dicono il contrario

Don Mauro Stefanoni abusava di un ragazzino che all’epoca dei fatti era minorenne. Nel 2004 il giovane, un parrocchiano affetto da una lieve disabilità, lo denuncia. Il prete, ex parroco di Laglio, viene accusato di violenza sessuale. Oggi la condanna del tribunale di Como: otto anni di reclusione.

Il prete, che oggi non era presente in aula per la sentenza finale, si è sempre dichiarato innocente. Ma secondo i fatti ricostruiti in aula dal pm, appare il contrario: “La videocassetta omopornografica trovata nella casa parrocchiale, la tipologia dei film acquistati sulla tv via satellite, i siti internet navigati, le chat line frequentate, i soprannomi utilizzati per farlo e i rapporti intrattenuti con un suo ex parrocchiano di Ponte Tresa costituiscono una cornice perfetta per il quadro dipinto dalla vittima”.

A dar risalto alla vicenda è pure la notizia emersa poco tempo fa della “soffiata” che monsignor Alessandro Maggiolini, all’epoca dei fatti vescovo emerito di Como, fece a don Mauro Stefanoni nel 2004 per riferirgli dell’indagine in corso nei suoi confronti. Al Corriere della Sera, l’ex vescovo ha negato di aver ostacolato le indagini. “Come avrei potuto – si chiede monsignor Maggiolioni – visto che intervenni solo quando il fatto era ormai risaputo?”. Termina l’ex vescovo: “Se poi sono stati commessi abusi sessuali, è un fatto gravissimo. Lo è per una persona laica, figuriamoci per un religioso”.

Dopo tre ore di dibattimento, è giunta la sentenza: otto anni e risarcimento alle parti civili per un totale di 180’000 euro (120.000 al ragazzo, 30 mila ciascuno ai due genitori).
Ticino.com 29 maggio 2008