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MEREDITH: LA CONDANNA DI AMANDA E RAFFAELE

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DI WILDGRETA

E’ finita, almeno per ora, la speranza del Natale a casa. Amanda e Raffaele sono stati infatti condannati rispettivamente a 26 e 25 anni.

I giudici: «Amanda e Raffaele colpevoli»

Condannati a 26 anni la ragazza americana e 25 anni per il fidanzato italiano

PERUGIA- «Colpevoli». Ventisei anni di reclusione per Amanda Knox, 25 per Raffaele Sollecito. Questa la sentenza emessa dalla Corte d’assise di Perugia per i due giovani accusati dell’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher. Per Amanda, l’Amelie di Seattle come l’ha definita il suo avvocato Giulia Bongiorno, e Raffaele Sollecito, lo studente d’informatica laureatosi ingegnere in prigione, è arrivato il giorno della verità, dopo due anni di carcere e 11 mesi di udienze. é la verità è stata dura. Amanda e Raffaele non sono, secondo la corte, i ragazzi acqua e sapone al loro primo amore, travolti da uno «tzunami mediatico» e da un’accusa pesantissima ma «incompiuta», perché «senza movente e senza riscontri certi». La corte d’Assise di Perugia è entrata venerdì mattina in camera di consiglio e ne è uscita dopo mezzanotte.

05 dicembre 2009 Corriere della Sera

MEREDITH, LEGALI SOLLECITO CHIEDONO NULLITA’ RINVIO A GIUDIZIO

Mez, chiesta nullità del processo

Istanza dei difensori di Sollecito

I difensori di Raffaele Sollecito, indagato nel processo per l’omicidio di Meredith Kercher, hanno chiesto la nullità della richiesta di rinvio a giudizio e del decreto con il quale è stato disposto il processo, oltre all’inutilizzabilità di alcuni atti. All’istanza si sono associati i legali di Amanda Knox, mentre, ovviamente, il pm si è opposto. La corte d’Assise si è ora ritirata in camera di consiglio per decidere.


rte d’Assise si è ora ritirata in camera di consiglio per decidere.

Il processo per l’omicidio della studentessa inglese è appena ripreso a Palazzo di Giustizia, a Perugia. In aula erano presenti i due imputati, Raffaele Sollecito e Amanda Knox, che ha indossato una felpa rossa con, sul retro, la scritta “Beatles”, e i volti stilizzati dei cantanti. E c’era anche il padre di Raffaele Sollecito.

Le richieste sono state presentate dagli avvocati Giulia Bongiorno e Luca Maori, difensori di Sollecito. E si sono associati i legali di Amanda, Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova. Il pm Manuela Comodi si è opposto alla richiesta.

I motivi della richiesta
La Bongiorno, depositando anche una memoria, ha sottolineato la lesione del diritto di difesa in relazione all’esame del Dna attribuito a Sollecito. In particolare, in relazione alla mancanza di dati e della descrizione di procedure con le quali la biologa della polizia scientifica Patrizia Stefanoni ha identificato e quantificato le tracce biologiche.

La difesa della Knox ha sollevato inoltre la questione dell’attribuzione alla vittima del Dna trovato sul coltello considerato l’arma del delitto. Di “eccezioni totalmente infondate” ha parlato il pm Comodi secondo la quale “non esiste una nullità assoluta degli atti”. Lo stesso ha fatto il legale della famiglia Kercher, Francesco Maresca. “I consulenti delle difese – ha affermato tra l’altro – hanno partecipato allo svolgimento degli esami di laboratorio senza fare alcuna osservazione”.

Attesa in queste ore la deposizione del medico legale Adriano Tagliabracci, consulente della difesa dello studente di Giovinazzo che si è occupato, in particolare, degli accertamenti relativi al Dna. La deposizione di Tagliabracci era stata interrotta durante l’ultima udienza dopo che la Corte d’Assise di Perugia, su richiesta della difesa Sollecito, aveva disposto il deposito di tutti gli atti relativi alle analisi di laboratorio svolte dalla polizia scientifica nel corso delle indagini.

TGCOM 14 SETTEMBRE 2009

Amanda, secondo interrogatorio: I “Non ricordo”

Amanda e il «non ricordo» sulla telefonata nella notte

l sindacato dei poliziotti: risponderà delle sue accuse

La ragazza chiamò la madre due ore prima che la poli­zia scoprisse l’omicidio: a Seattle erano le tre del mattino continua a leggere

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Perugia, 7 feb. (Apcom) – Meredith Kercher, una ragazza

normale. E’ questo il quadro che è emerso nella terza giornata del processo sulla morte della ragazza inglese, per il quale Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono sul banco degli imputati. Filomena Romanelli, testimone dell’accusa e coinquilina di Amanda e Metz, ne fa il ritratto di una ragazza tranquilla, che non portava uomini a casa la notte, che non voleva legami perchè voleva studiare. Continua a leggere

Meredith: Lettera di Amanda agli ex compagni di liceo, “So reagire alla negatività”

25/1/2009 (11:52)
“Io lo so che non sono sola…” Adesso Amanda cita Jovanotti

Lettera della Knox agli ex compagni di liceo: «Ora so reagire alla negatività»
PERUGIA
Si conclude con una frase di una canzone di Jovanotti una lettera aperta scritta da Amanda Knox al liceo che frequentò da ragazzina, per ringraziare i suoi amici e la scuola per il supporto ricevuto in questi mesi di reclusione. «Io lo so che non sono sola anche quando sono sola», è la frase del musicista italiano riportata dalla giovane di Seattle, secondo quanto scrive oggi il Giornale dell’Umbria.

«Io non so – scrive Amanda in inglese – se riuscirò a esprimere pienamente ciò che significa per me avere la gente che mi ha conosciuta (ma anche quella che non mi ha mai conosciuta) dalla mia parte, mentre attraverso tutto questo». «Dopo un anno – aggiunge la ragazza – ho imparato a rispondere alla negatività dell’ambiente che mi circonda nella maniera più calma e pacifica possibile». La giovane di Seattle frequentò con ottimi risultati il Seattle Prep, liceo privato retto dai gesuiti, prima di entrare alla University of Washington.

Nella lettera Amanda non nasconde lo scoramento: «La mia famiglia è ancora lì fuori, in un mondo che sembra quasi non avere altro a cui pensate se non esaminare la mia vita e decidere del mio futuro». «Detto questo, grazie, grazie, grazie», conclude la lettera rivolta agli amici di Seattle. Amanda è accusata, con Raffaele Sollecito e Rudy Guede, dell’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher. Davanti alla Corte d’assise di Perugia è in corso il processo che la vede imputata, insieme all’ex fidanzato Raffaele, mentre Guede è già stato condannato a 30 con il rito abbreviato.

la STAMPA 25 GENNAIO 2009

Amanda, l’esercito della salvezza:”Chiamate testimoni dagli Usa”


DELITTO MEZ: LE STRATEGIE

“Fate venire qui Andrew, lui vi dirà chi sono, come pure il giudice Heavy”. In aiuto di Amanda Knox arrivano dagli Stati Uniti amici e vicini di casa. Lei, l’enigmatica studentessa venuta da Seattle che davanti alla Corte d’assise di Perugia (dove è cominciato il processo per l’omicidio di Meredith Kercher) appare con un sorriso smagliante, sembra non aver nulla da temere

Perugia, 19 gennaio 2009 – “Chiamate a testimoniare Andrew, lui vi dirà chi sono, come pure il giudice Heavy”. In aiuto di Amanda Knox arrivano dagli Stati Uniti amici e vicini di casa. Lei, l’enigmatica studentessa venuta da Seattle che davanti alla Corte d’assise di Perugia (dove è cominciato il processo per l’omicidio di Meredith Kercher) appare con un sorriso smagliante, sembra non aver nulla da temere.

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Meredith: Raffaele Sollecito scrive dalla cella

“Ecco come evado da questo inferno”

Raffaele Sollecito scrive dalla cella

“E’ ormai più di un anno che vivo in ques’inferno fatto di cemento vivo. Cerco di fare qualsiasi cosa pur di evadere con la mente”. Parole di Raffaele Sollecito, il 24enne che, insieme ad Amanda Knox, è accusato dell’omicidio di Meredith Kercher. “Quando torno a pensare alle accuse incredibili che mi rivolgono – prosegue il giovane – nei momenti di solitudine e silenzio, mi guardo intorno e mi domando da chi o che cosa mi devo difendere”.

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AMANDA: «NON HO UCCISO MEREDITH SPERO CHE LA VERITÀ VENGA FUORI»

A pochi giorni dall’inizio del processo, Amanda Knox torna a parlare. «Non ho paura della verità e spero che finalmente venga fuori. Ero amica di Meredith e non l’ho uccisa»: la studentessa americana lo ha detto oggi a uno dei suoi difensori, l’avvocato Luciano Ghirga, che l’ha incontrata nel carcere di Perugia dove è rinchiusa dal 6 novembre del 2007. La giovane di Seattle è apparsa determinata e serena al suo legale. Ha confermato che sarà presente all’udienza di venerdì prossimo e a tutte le altre. «Se le prove si formano nel dibattimento – ha detto la Knox – non ho nulla da temere. Ero amica di Meredith – ha ribadito la giovane statunitense – e non ho commesso i fatti di cui mi accusano».