Archivio | luglio 11, 2008

Victor accusato di omicidio volontario e aggressione sessuale, ma lui nega la violenza

l’uruguaiano 28enne ha confessato di aver ucciso federica squarise
Reato aggravato da aggressione sessuale. «El gordo» resta in carcere. Un legale: «Possibili ulteriori sviluppi»

MILANO – Omicidio volontario con l’aggravante della violenza sessuale: è il capo di imputazione per Victor Diaz Silva, l’uruguaiano 28enne che ha ucciso Federica Squarise. Lo ha reso noto l’avvocato della 23enne padovana, Aldo Pardo, spiegando che la formalizzazione dell’accusa rappresenta «un decisivo passo avanti». Il legale ha aggiunto che gli interrogatori dell’inchiesta sono stati quasi tutti desecretati, ma che c’è un testimone la cui identità rimane riservata. «Il che fa prevedere ulteriori sviluppi» ha concluso. La convinzione degli investigatori e del magistrato è comunque che Victor non abbia avuto complici nell’omicidio né nell’occultamento del corpo. Resta poi da chiarire dove Federica sia stata uccisa e quando il corpo sia stato abbandonato nel giardino al centro di Lloret de Mar. Il giudice del tribunale di Blanes Maria Teresa Ferrer Costa, che si occupa del caso, ha definito la reazione di Victor al rifiuto di Federica «gravissima e ripugnante». Lui è rinchiuso nel carcere di Gerona dove potrebbe restare due anni in custodia cautelare. Secondo la ricostruzione, ha cercato di avere un rapporto sessuale con Federica che lo ha rifiutato: in un primo momento l’ha stordita e successivamente l’ha uccisa. L’uruguaiano però continua a negare di averla violentata.
CONFESSIONE – Il presunto assassino di Federica Squarise ha confessato davanti al giudice istruttore di aver ucciso la giovane ma nega di averla violentata, ha spiegato la Ferrer Costa. «L’imputato riconosce il crimine e anche le circostanze in cui è avvenuto. Effettua un resoconto dei fatti automatico, cosciente, minuzioso e spiega passo per passo come si sono svolti». Secondo Ferrer Costa, Diaz Silva «riferisce di ricordare come, dopo aver lasciato la vittima incosciente e aver notato che respirava, ha compiuto un’altra azione al fine di assicurarsi della morte». Questi estremi, afferma il magistrato, «coincidono pienamente col risultato preliminare dell’autopsia di cui dipone questo giudice». Quanto invece alla violenza sessuale, «nonostante il fatto che l’imputato neghi il fatto, la versione di Santiago Victor, sulla paura di una possibile denuncia, diventa inesplicabile se questi non avesse commesso alcun atto illecito». La giudice scrive che «secondo quanto dichiarato dall’imputato, il supposto rifiuto della vittima non era proporzionale alla sua gravissima e ripugnante reazione». Secondo il giornale catalano El Periodico de Catlunya, Victor avrebbe detto al giudice di aver avuto rapporti sessuali con Federica, ma con il consenso della ragazza. In questo caso, come osserva il giudice nell’ordinanza, il movente del delitto non sarebbe chiaro. Venerdì, poco dopo le 16, Victor ha lasciato il palazzo di giustizia di Blanes per essere trasferito nel carcere di Girona.

IN CARCERE – «El Gordo» dunque resta in carcere, senza possibilità di cauzione. Dopo il lungo interrogatorio, il magistrato ha ordinato l’ingresso dell’uruguaiano nel centro penitenziario di Gerona, dove Los Mossos lo hanno immediatamente trasferito. Nell’interrogatorio, l’uruguaiano ha confessato di aver ucciso la giovane turista e di aver avuto un rapporto “consensuale” con la ragazza prima di ucciderla. Victor ha negato di aver violentato Federica: un particolare forse difficile da chiarire perché il cadavere è in pessime condizioni. Ora bisogna capire il movente del crimine e se l’uruguaiano, che prima dell’arresto si è rasato i capelli e le sopracciglia, abbia agito da solo o con la complicità di altri. Diaz Silva ha raccontato agli amici a cui aveva chiesto aiuto a Tarragona di aver agito sotto l’influsso di un mix esplosivo di droga e alcool. «Un errore lo fa chiunque, lo sai – avrebbe detto -. L’alcool, le droghe, il mix con le pasticche…».

AUTOPSIA – I risultati dell’autopsia sul cadavere di Federica, che chiariranno definitivamente le cause della morte, Squarise potrebbero essere diffusi in tempi brevi. Ne è sicuro uno dei legali della famiglia, Giovanni Belsito. «Anche per il rientro della salma le autorità spagnole e il console italiano a Barcellona hanno garantito tempi molto rapidi, penso i primi giorni della prossima settimana» ha aggiunto. Un altro dei legali, Stefano Squarise, che è anche cugino di Federica, ha detto che potrebbe essere effettuata un’altra autopsia sul corpo della ragazza. «Non escludiamo un altro esame autoptico in Italia una volta che la salma di Federica rientrerà dalla Spagna – ha detto -. Valuteremo la necessità di una nuova autopsia assieme a lui dagli esiti di quella spagnola».

FRATTINI – Intanto il governo spagnolo, tramite l’ambasciatore italiano Pasquale Terracciano, ha inviato le sue condoglianze alle autorità italiane e alla famiglia della ragazza uccisa a Lloret de Mar. Anche il ministro degli Esteri Franco Frattini ha telefonato ai genitori di Federica. «Il ministro ha voluto esprimere vicinanza al dolore della famiglia – ha detto il parlamentare del Pdl Filippo Ascierto che si trovava, al momento della telefonata, a colloquio con i familiari della vittima -. Ha ribadito la propria disponibilità e le massime garanzie che l’Italia farà tutto quello che deve fare per assistere la famiglia». Il console italiano a Barcellona, Roberto Natali, ha visitato, con il sindaco di Lloret de Mar, lo scenario dove los Mossos d’Esquadra hanno localizzato il cadavere di Federica. Poi è andato alla procura di Blanes, dove ha avuto una conversazione con il magistrato incaricato del caso, a proposito del rientro della salma. All’uscita il console ha spiegato che fino a quando non ci sarà l’identificazione formale del cadavere non sarà possibile il rimpatrio. «Bisogna aspettare la prossima settimana» ha detto.

I RAGAZZI DEL LOCALE – «Spero che Victor marcisca in carcere» si augura Laura, cameriera argentina del Beach & Friends e fidanzata del ragazzo che festeggiava il compleanno la notte della scomparsa di Federica Squarise. Sono sollevati i baristi del locale, sottoposti in questi giorni a una forte pressione mediatica. «Non vedevamo l’ora che finisse questa storia» ammette l’unico spagnolo del gruppo. Tutti aspettavano con ansia la notizia dell’arresto del colpevole. «Non abbiamo festeggiato perché pare brutto però siamo molto contenti che l’abbiano presto» dicono. Venerdì sera è stata organizzata una fiaccolata in memoria della ragazza padovana. In Italia, la famiglia resta chiusa nel dolore. Ma Ruggero, padre di Federica, affida un messaggio ai legali della famiglia: «Voglio assistere al processo dell’assassino di mia figlia per guardarlo negli occhi». «Mi sembra una richiesta lecita e un desiderio umano – ha detto l’avvocato Stefano Squarise -, aspettiamo che arrivi il momento giusto».

11 luglio 2008

Pedofilia:don Marco Baresi rinviato a giudizio

Note di Wildgreta

Ricordo a tutti che per don Marco Baresi si mobilitarono molti fedeli, convinti che sarebbe finito tutto in una “bolla di sapone”.La “bolla” continuerà a restare gonfia per almeno altri cinque anni (la durata di tre gradi di giudizio)

Don Marco Baresi verrà processato

(red) Si è conclusa con il rinvio a giudizio di don Marco Baresi, ex vicedirettore del seminario vescovile di via Bollani a Brescia, l’udienza preliminare svoltasi davanti al gup del tribunale Carlo Bianchetti.
Il religioso dovrà rispondere di abusi sessuali nei confronti di un ex seminarista, all’epoca dei fatti minorenne. Il ragazzo aveva raccontato la storia al suo analista che l’aveva in cura da qualche tempo e che l’aveva convinto a denunciare i fatti alla magistratura.
Il prelato, originario di Chiari e molto conosciuto negli ambienti della Curia cittadina, era stato arrestato a sorpresa su richiesta del pm Simone Marcon il 30 novembre scorso, con una decisione che aveva destato scalpore nel mondo cattolico di Brescia e provincia.
Il processo avrà inizio il prossimo 4 novembre.

Qui Brescia 11 luglio 2008

Pedofilia, chiesto rinvio a giudizio per vicerettore seminario Brescia. La ricostruzione del caso

ABUSI SU 14ENNE, CHIESTO PROCESSO PER DON MARCO BARESI

(AGI) – Brescia, 9 lug. – Si e’ aperta oggi l’udienza preliminare per don Marco Baresi, il vicerettore del seminario di Brescia arrestato il 27 novembre scorso dalla Mobile con l’accusa di presunti abusi su un suo ex allievo, all’epoca dei fatti 14enne, e detenzione di materiale pedopornografico. Il Pm, Simone Marcon, ha chiesto il rinvio a giudizio. Il giudice, Carlo Bianchetti, si e’ riservato la decisione. L’udienza e’ stata rinviata all’11 luglio prossimo.(AGI)

Di seguito, tutti gli articoli sul caso esploso nel 2007:

Pedofilia/ Arrestato il vicedirettore del seminario di Brescia

Arrestato un prete, l’accusa: “Violenza sessuale e pedofilia”

Pedofilia in seminario, un arresto

La maledizione di via Bollani: stesse accuse per il suo predecessore

PEDOFILIA: BRESCIA, VICERETTORE SEMINARIO AI DOMICILIARI Continua a leggere

Pedofilia, don Ruggero Conti: per la rivista “I tempi” un caso inventato

Ecco l’articolo segnalato da ayeyebrazo. Devo dire che, sulla stessa rivista, ho trovato anche un articolo contro le leggi antipedofilia inglesi e  a favore dei provvedimenti presi da Maroni sui Rom. E poi un bell’articolo sui mostri creati dai giornali con l’immancabile menzione dei casi di abuso nelle scuole materne tuttora in corso. I giornalisti della rivista evitano accuratamente di dire che, anche laddove si siano avute assoluzioni, i bambini sono ancora in cura e le procure hanno tutte presentato ricorso in appello. Strano che, per il caso di Rignano Flaminio, il settimanale citi solo un’intervista all’avvocato di una delle maestre e se ne infischi degli incidenti probatori su 22 bambini che testimoniano orrori di rara portata. Insomma, se quanto si legge sulla “pregevole” rivista fosse vero, la pedofilia non sarebbe la piaga che impegna i governi e le polizie di tutto il mondo e le famiglie potrebbero dormire sonni tranquilli, visto che gli orchi sarebbero solo frutto della fantasia malata di qualche genitore o di errori giudiziari. L’articolo su don Ruggero Conti, poi, è un concentrato di elogi al parroco di Selva Candida e un atto di accusa contro don Claudio, dipinto come un mostro. E gli inquirenti? Una banda di incompetenti. Visto l’animata discussione che si è aperta su quesro sito, ho pensato di fornire un elemento di riflessione in più pubblicando questo articolo fazioso e parziale, come faziosa e parziale sono tutti gli articoli che parlano di pedofilia su quella rivista. Continua a leggere