Archivio | luglio 10, 2008

Telefono Arcobaleno attacca:Perchè la pedofilia all’antimafia?

Pesanti critiche al decreto sicurezza. Un passaggio incongruo
E sparisce il Nucleo Investigativo Telematico di Siracusa

Petizione al Parlamento per una profonda modifica all’articolo 2 del testo

di CARLO CIAVONI

ROMA – “Se passa il decreto sicurezza così com’è, pedofili e mafiosi avranno di che festeggiare”. La denuncia è di Giovanni Arena, presidente di Telefono Arcobaleno, l’organizzazione che da anni si batte contro la pedofilia on-line con ottimi risultati, a fianco dei Nit (Nucleo Investigativo Telematico) di Siracusa e Milano. Le ragioni della denuncia sono contenute in una petizione presentata ieri al Parlamento italiano, affinché il provvedimento venga radicalmente
cambiato nell’articolo 2, che ne ripropone un altro della legge n° 48, approvata il 18 marzo scorso, quando però le Camere erano già sciolte.

L’urgenza di modificare il decreto, domani in discussione in Aula e che lunedì sarà votato, nasce dal fatto che s’introduce di fatto il principio secondo il quale la competenza esclusiva per le indagini sui reati di pedofilia e pedopornografia, oltre che per tutti i crimini informatici, passerà nelle mani delle Procure Distrettuali Antimafia. Continua a leggere

SPAGNA: AMICI FEDERICA LE SCRIVONO UNA LETTERA E AVVIANO RACCOLTA FONDI PER SPESE LEGALI

Padova, 10 lug. – (Adnkronos) – Drogata ed ubriaca? “No Federica non era cosi; impossibile per noi credere a tutte queste cose”. Cosi gli amici di Federica Squarise, la ragazza uccisa in Spagna, che le hanno scritto una lettera. Secondo gli amici il tentativo di far passare l’immagine, offuscata, della ragazza come dedita alle droghe sarebbe stato utile solo per difendere l’immagine turistica di Lloret del Mar. “Federica, con cui abbiamo passato serate a parlare della normalita’ perche’ lei era una ragazza normale: non aveva grilli per la testa ma normali pensieri di una ragzza di 20 anni; vivi col tuo sorriso nei nostri occhi” conclude la lettera. Sempre gli amici hanno contattato i familiari della ragazza e, attraverso il parroco, hanno deciso di indire una raccolta di fondi per aiutare gli Squarise a sostenere quelle che potrebbero essere le ingenti spese legali: questo dipendera’ da come vorra’ gestire la cosa l’avvocato Aldo Pardo, titolare dello studio legale che ha seguito la vicenda, affiancato dal Stefano Squarise, cugico. “Adesso siamo in attesa della conclusione degli esami, incluso il Dna – dice Stefano Squarise – poi finalmente avremo il nulla osta per il rimpatrio del corpo e sapremo dai dati tutti i dettagli e come Federica e’ stata uccisa”. Se il quadro che emergera’ dagli esami autoptici fatti in Spagna non dovesse essere sufficientemente chiaro la famiglia Squarise ed i suoi legali potrebbero chiedere ulteriori esami da frasi in Italia.
(Paj/Zn/Adnkronos)

Federica, il killer ha confessato: “Ero ubriaco e drogato”

 

LE ULTIME FOTO PRIMA DELL’OMICIDIO

L’ultima immagine di una Federica Squarise sorridente, assieme al suo killer, la notte dell’omicidio
Ormai non ci sono più misteri attorno alla morte di Federica Squarise, la ragazza 23enne di Padova ammazzata dall’uruguayano 28enne Victor Diaz Silva nella notte tra il 30 giugno e il 1° luglio scorso. Victor si era dato alla fuga dopo un primo interrogatorio, ma è stato arrestato mercoledì sera e giovedì ha confessato di avere ucciso la giovane italiana, ammettendo di averlo fatto mentre era in preda ad un mix di alcol e droga. Pare che sia stato ‘tradito’ da alcuni amici.

quattro amici a cui Victor aveva chiesto aiuto poiché si sentiva braccato dalla polizia, sono stati coloro i quali hanno reso possibile l’arresto dell’assassino di Federica, avvenuto a Terragona. Victor, che da quattro anni è regolarmente residente a Lloret del Mar e non aveva precedenti, per rendere più difficile la sua identificazione “si era rasato a zero capelli e sopracciglia”. Continua a leggere

Vittime dei preti pedofili: t-shirt contro visita papa a Sydney


Nella maglia elenco dei 107 sacerdoti accusati di abusi sessuali

Sydney, 10 lug. (Apcom) – Le vittime di abusi sessuali da parte di religiosi accoglieranno il Papa che arriva a Sydney la prossima settimana con una t-shirt con cui si condanna lo scandalo dei preti pedofili. La protesta contro la visita del Papa in Australia parte dall’associazione ‘Broken Rites Australia’, che raccoglie le famiglie e le vittime di abusi sessuali.

La maglietta riprodurrà i nomi dei 107 preti cattolici australiani che sono stati condannati dalla corte per casi di pedofilia e abusi sessuali, raccolti dall’associazione dal 1993, anno della sua istituzione. “Ma la maglietta è così grande da contenere tutti i 107 nomi?”, si domanda provocatoriamente l’associazione. Sotto i nomi, la t-shirt riprodurrà la scritta “107 preti condannati per crimini sessuali”.

Intanto, a pochi giorni dall’arrivo di Benedetto XVI previsto domenica, lo scandalo dei preti pedofili si abbatte come un ciclone su Sydney. Il cardinale George Pell è stato accusato di aver coperto casi di abusi sessuali, secondo un reportage della tv Abc. In una conferenza stampa, il porporato ha negato di aver coperto alcun caso di pedofilia.

Anthony Jones ha accusato padre Terrence Goodall di aver abusato di lui nel 1982, quando Jones aveva 28 anni ed era coordinatore dell’istruzione religiosa a Sydney. Jones ha riferito le accuse alla chiesa australiana nel 2003 che ha aperto le indagini che hanno dimostrato “comportamenti omosessuali” tra padre Goodall e Jones, secondo quanto riporta la Abc.

Ma l’arcivescovo Pell non ha seguito le raccomandazioni previste durante le indagini e ha persino scritto a Jones dicendogli che non era stato possible provare la denuncia di “tentata violenza sessuale aggravata”. Pell ha sottolineato che mentre la sua lettera a Jones è stata “mal scritta”, non c’è stata violenza sessuale, perchè “l’atto è statoconsensuale”.

Il report di Abc riferisce che anche un secondo uomo, non ben identificato, ha denunciato di abusi sessuali padre Goodall. Un’altra lettera di Pell, segnata nello stesso giorno di quella a Jones, ha informato il secondo uomo che le accuse di abusi sessuali non erano sufficienti. “Non ho intenzione di ingannare”, ha detto Pell alla conferenza. “La Chiesa ha preso tutte le azioni contro Goodall basate sulle accuse delle due vittime”.

Victor: «Ho soffocato Federica»

Oggi «el Gordo» sarà interrogato: si cercano i complici

Il cameriere di 28 anni ha confessato di aver ucciso la ragazza. I legali: «Rivalutiamo il lavoro della polizia»

 

LLORET DE MER – Victor Silva Diaz, il cameriere di 28 anni che ha confessato di aver ucciso Federica Squarise, non si sa ancora quante ore prima del delitto, sorrideva con lei al tavolo di un bar. Appaiono felici, in un’immagine scattata in un locale a Lloret de Mar, in quel giro notturno che è stato il preludio alla tragica fine della ragazza italiana. L’arresto di Victor è avvenuto in un incrocio centrale di Tarragona dopo che un uomo aveva segnalato alla polizia la presenza di un giovane che poteva essere il ventottenne cameriere uruguayano. Pare che il «el Gordo», come è soprannominato, si trovasse in città da sabato scorso. DNA E AUTOPSIA – Nel frattempo, dopo che il giovane arrestato ha confessato di aver soffocato Federica, si attendono ancora i risultato del test del Dna compiuto sul corpo e gli esiti definitivi sulle cause della morte, anche se l’ipotesi più accredidata resta al momento quella per asfissia e tutto lascia supporre che ci sia stata anche violenza sessuale. Continua a leggere

Omicidio Federica: Victor ha confessato

Ha confessato l’omicidio di Federica Squarise, Victor Diaz Silva, l’ultimo uomo ad essere stato inquadrato dalle telecamere della discoteca, insieme a Federica. L’uomo, di nazionalità uruguaiana, vive con una ragazza che  ha un figlio. Victor, 28 anni,  faceva il cameriere. Non ha ammesso di aver abusato della ragazza, nè ha ancora fornito i dettagli del terribile omicidio.

I genitori sono sconvolti. L’avvocato della famiglia è partito per la Spagna.

Fonte tG5 10 LUGLIO 2008