Verona, Alter Ego: «Salvate mio figlio». E scatta il blitz in discoteca

di Andrea Acquarone

 Un appello disperato. Un grido muto chiuso in una busta. E spedito alla polizia: «Aiutatemi, da quando mio figlio va in quella discoteca ha perso la testa. Non è più lui, si droga con gli amici, lì vendono di tutto, ecstasy, chetamina, cocaina, hashish e anfetamine. Vi prego, fate qualcosa».
«Lì» è, o meglio era, uno dei locali più famosi di questo nord-est tanto ricco quanto contraddittorio, il duro lavoro della settimana, lo studio, le regole da rispettare. Fino al weekend. Ecco il momento in cui la vita si può ribaltare, notti trasgressive, alcoliche e troppo spesso drogate. L’«Alter ego», e non solo a Verona, lo conoscono tutti. Si affaccia su una delle Torricelle, le colline attorno alla città, dieci minuti dal centro, promette musica alternativa e soprattutto divertimento. A suon di House, Acid, Techno. Poi se aggiungi la «pasticca» giusta, lo sballo è garantito. La polizia in notti e notti di indagini li ha filmati quei ragazzi che ballando come automi, cantavano storditi e arroganti «all’Alter Ego si vola con la pastiglia in gola», «all’Alter Ego non mi piego, una pasta non mi basta, ma con 8 mi cappotto». Diceva la verità quel padre disperato.
La festa, l’ultima, è finita così alle due dell’altra notte quando un centinaio di uomini in divisa dopo aver bloccato strade e uscite secondarie, ha fatto irruzione. Tanti occhi vitrei sulle tre piste della discoteca e non certo per colpa delle psichedeliche. L’hanno trovata sui pavimenti, dietro i divanetti rossi del privé, nei bagni la robaccia che tanti ragazzi (tra loro anche parecchi minorenni) non avevano ancora finito di mettersi in corpo. Droghe di ogni tipo, dall’hashish, all’ecstasy, alle anfetamine alla coca. Del resto da tempo lo si sapeva, più di uno lo aveva «denunciato» sulla rete. Tra i tanti messaggi sul blog di «Community2nighth», questo firmato da Antonellina89: «Beh sull’Alterego non ho commenti; ti dico solo che una discoteca frequentata da persone che verso mezzanotte tirano le pasticche in aria e aprono la bocca non fa assolutamente per me… e stenterei a chiamarla discoteca».
Secondo gli investigatori arrivavano da mezza Italia gli spacciatori del fine settimana. E soprattutto avrebbero lavorato nel locale con la connivenza dei proprietari. Andrea Oliva, 43 anni, di Verona, e Luigi Andreis, 65, di Negrar (Verona), sono finiti in manette entrambi per agevolazione all’uso di sostanze stupefacenti. Secondo gli investigatori durante precedenti controlli avrebbero avvisato gli spacciatori dell’arrivo della polizia aiutandoli ad allontanarsi attraverso uscite secondarie. Ma su Andrei pende un’altra accusa ancor più pesante: violenza sessuale mediante somministrazione di sostanze alcoliche o psicotrope. L’uomo avrebbe abusato di più di un ragazzino dopo averli fatti bere e assumere droghe all’interno di una saletta privata.
Ha salvato sicuramente più di un giovane quella lettera di genitore straziato. tanto che suonano ora un po’ tardive le parole parole del sindaco Flavio Tosi: «Era noto che da tutto il Nord Italia c’erano giovani che andavano all’Alter Ego per un determinato motivo. Da tempo lo avevo segnalato al prefetto e alle forze dell’ordine».
Ma per farci mettere i sigilli è dovunuto intervenire un papà.

 

«A noi cyborg dell’Alter ego una pasticca sola non basta»
di Diana Alfieri«Vecio che storia». Il giorno dopo non si parla d’altro a Verona. «Mi han fatto la perquisa», «sembrava di essere in un film». Tutti conoscono nei dettagli la storia del blitz all’Alter Ego: l’inaugurazione è una volta l’anno, c’era praticamente tutta i giovani della città. E però si riusciva ancora a camminare tra le tre piste quando si è fermata la musica. Troppo presto entrare alle due, i «giusti» arrivano più tardi, quando il Mazzanti in piazza delle Erbe chiude e allora sì che è tempo di «salire su all’Alter». Dal parcheggio domini il centro storico e dentro invece, trovi chi in centro ci abita: il ragazzo che la mattina dopo arriva a scuola con le occhiaie, l’universitario che studia in città, quello che a Verona ci torna solo il weekend e chi lavora da un pezzo, l’irriducibile dell’Alter. Venerdì notte, apertura della stagione, l’appuntamento a cui non si può mancare, la serata tipo del «fighetto» in mocassino e camicia fatta a mano infilata dentro il jeans, rigorosamente stretto. «Vecio che storia, c’era una marea di pula», e in effetti gli agenti erano un centinaio, più le unità cinofile e persino un elicottero, «quel rumore mi rimbomba ancora in testa».
«Subito ho pensato a uno scherzo – racconta Marco, 25 anni e una laurea in economia – stavo ordinando una vodka Redbull al bar vicino ai bagni quando hanno acceso le luci». Andrea l’hanno perquisito due volte: «Prima dentro e poi quando finalmente sono riuscito a uscire, verso le tre e mezza». «Hai qualcosa?», gli ha chiesto un poliziotto in borghese, prima di cominciare ad accertarsene da solo.
«Chi aveva qualche grammo l’ha buttato subito – racconta un altro ragazzo, uno di quelli che all’Alter ci va da quando aveva 16 anni – ma la verità è che avrebbero dovuto fare la retata di sabato sera: li sì che se ne vedono di tutti i colori». Il venerdì, «al massimo becchi qualcuno che tira in bagno, come in tutti i locali. Mica solo a Verona».
È il sabato che fa la differenza. «Da sempre, lo sanno tutti». Li chiamano «mostri», oppure «cyborg». Gli occhiali da sole li indossano di notte, sopra agli occhi persi, o sui capelli, paralizzati dal gel. Arrivano dalla provincia con i pullman ma anche dalla Verona bene, si danno appuntamento al sabato perché ci vuole la techno «mica la musica commerciale da fighette».
Di mocassini però non se ne vedono al sabato, anche le ragazze rinunciano ai tacchi a spillo del venerdì perché quando «sei inscimmiato balli a stecca», sì insomma sotto l’effetto delle droghe ti dimeni come un animale. E quando parte il coro nella pista principale, tocca saltare per davvero. «All’Alter Ego si vola con la pastiglia in gola». «All’Alter Ego non mi piego, una pasta non mi basta, ma con otto mi cappotto». E poi l’ever green: «Al-te-re-go, al-te-re-go…».
Cappellino con la visiera e maglietta Squared, ma chi si cala le paste lo riconosci dalla mandibola, d’improvviso scoordinata rispetto al resto del corpo, «non riescono più a fermarla». Ballano con una bottiglietta d’acqua in mano quelli che preferiscono gli acidi: «l’Mdma va sciolto come fosse un’aspirina e bevuto lentamente», spiega Andrea. La regola: continuare a ballare. «Nessuno al sabato spende 120 euro per fare il figo al tavolo», il divertimento è in pista, al massimo ci si sposta tra i banconi dei due bar, o nei bagni, «perché lì, si sa, succede davvero di tutto».
iL GIORNALE 5 OTTOBRE 2008

5 thoughts on “Verona, Alter Ego: «Salvate mio figlio». E scatta il blitz in discoteca

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  2. Il problema è che non è un caso isolato, ma in tutte le discoteche da verona al lago di garda, fino a Milano succedono ste cose. E dubito finiscano lì…

    Che tristezza!

  3. Per Nick: ma secondo te, esiste una soluzione? Se dovessi decidere tu, cosa fare, ti verrebbe in mente qualcosa?

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