Delitto di via Poma: il grande imbarazzo del datore di lavoro di Simonetta Cesaroni Salvatore Volponi

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Il processo a Raniero Busco probabilmente è il frutto di pressioni esterne affinchè si facesse un processo che dimostrasse che il caso di Simoneta Cesaroni riguardava soltanto suoi rapporti personali e che solo casualmente il delitto avvenne all’interno di uffici in uso al Sisde, secondo la tesi contenuta nel libro di Salavatore Volponi “Io Simonetta e……..”, edito dallo stesso Sisde

Senonchè l’inmiziativa si è rivelata un autogol perchè il processo sta evidenziando ancora di più le responsabilità dei funzionari del Sisde in quel delitto.

Tanti erano già prima i tasselli che legavano il delitto al Servizio Segreto Civile molto ben condensati in un’interrogazione parlamentare che presentò il deputato leghista Erminio Boso nel 1996.

Questi vigente il primo governo Prodi in un’ interrogazione presentata al Presidente del Consiglio e ai ministri dell’ Interno e della Giustizia nel 1996 ripercorreva una serie infinita di vicende legate al delitto del 7 agosto del ‘ 90, all’austriaco Roland Voller, arrestato per depistaggio, alle attivita’ di societa’ di copertura del Sisde, allo scandalo dei fondi neri degli stessi servizi segreti culminato con gli arresti di Maurizio Broccoletti Michele Finocchi Riccardo Malpica, Rosa Soprrentino, Antonio Galati, Gerardo De Pascale e di altri funzionari del Servizio. L’ interrogazione manifestava il sospetto, che l’ inchiesta sull’ omicidio di via Poma era stata pesantemente condizionata da manovre e depistaggi. Messi in atto – come confessò il commissario del Falminio Antonio Del Grande – dal capo della Polizia Vincenzo Parisi e da suo genero il vicequestore Sergio Costa. Continua

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