Domenica le vie di accesso alla chiesa di Prali saranno presidiate. Il mistero di un buco di 2 milioni di euro
INTRIGHI 26/07/2008 – Sono pronti a farsi sentire, e parecchio, i circa cinquanta abitanti che compongono la comunità cattolica locale, in merito all’addio del loro parroco storico don Giuseppe Alluvione. Vogliono chiarezza sul perché il prete, dopo 28 anni di servizio, abbia rassegnato le dimissioni una settimana fa.
IL MISTERO E la chiedono al vescovo di Pinerolo in persona, Piergiorgio Debernardi. Dimissioni “obbligate” o no? E per quale motivo? «Ci siamo ritrovati la scorsa settimana da un giorno all’altro senza il “nostro” par – roco, che dopo 28 anni, come si può immaginare, era diventato uno di famiglia», dice Fausto, uno degli abitanti. «Il vescovo ancora non ci ha fornito nemmeno una spiegazione. Noi lo aspettiamo, anche perché credevamo che la scorsa settimana venisse lui a celebrare la funzione domenicale. Ed invece abbiamo visto arrivare il parroco ottantenne di Bovile (un comune vicino ndr)», conclude Stefano, un altro fedele.
MINORANZA RELIGIOSA Per domenica però qualcosa si muoverà. I cattolici del paese, circa il 16% del totale sulla maggioranza di valdesi, hanno in mente azioni clamorose: «Per ora non posso dirle nulla, ma credo che se ne sentirà parlare», dice un parrocchiano. Che l’idea sia addirittura quella di chiudere gli ingressi delle aree che portano alle chiese della zona, per poi ripetere la protesta nella giornata del santo patrono di San Lorenzo, il 10 agosto? Si vedrà, intanto sulle motivazioni della misteriosa lettera di dimissioni, nulla ancora è trapelato.
SEGRETO CANONICO Due abitanti di Rodoretto l’al – tro ieri sono andati fin dal vescovo Debernardi, senza però riuscirne a sapere di più. Pare che sulla vicenda si debba rispettare un “segreto canonico”. Don Alluvione per ora preferisce non parlare, anche perché dalla diocesi pinerolese sarebbe stata inviata all’or – mai ex parroco, una missiva con sei motivazioni da indurlo a presentare la missiva d’addio. Molti sono convinti che le verità di ciò che è successo siano da ricollegare ad un anno fa, quando il vescovo revocò il consiglio di amministrazione dell’istituto diocesano per il sostentamento del clero (Idsc), di cui don Alluvione per quindici anni ne era stato presidente e per cinque membro del cda.
DUE MILIONI DI EURO Si era infatti trovato un buco di oltre due milioni di euro nel bilancio dell’Idsc, gran parte dovuti alla trasformazione della casa Alpina in albergo. Casa Alpina nata trent’anni fa come luogo di accoglienza per le famiglie e voluta dal parroco dell’epoca, don Barra. Quando i costi della ristrutturazione, avvenuta tra il marzo e il dicembre 2005, sono lievitati esponenzialmente, arrivando a toccare i 3milioni 300mila euro, ossia quasi tre volte il preventivo, l’Idsc si era ritrovato con uno scoperto bancario di oltre due milioni di euro. Una situazione debitoria considerata molto seria che aveva costretto mons. Debernardi, a chiedere l’intervento della Cei e quindi a procedere al commissariamento straordinario e temporaneo dell’Istituto.
IN TRIBUNALE Un intervento estremo, la cui legittimità era stata contestata da don Alluvione, voluto pare da mons. Angelo Bagnasco in persona, presidente Cei. La vicenda arrivò fino al tribunale di Pinerolo che però respinse tutto per “palese difetto di giurisdizione”. Don Alluvione, da parte sua, restò parroco delle chiese di Prali e Rodoretto. Anche se da lì in poi non sono mancati i problemi fino al saluto d’addio ai suoi amati, ed oggi agguerriti, parrocchiani.
Massimiliano Rambaldi Cronaca Qui 26 luglio 2008