Le parole del sacerdote di Lombardore accusato di abusi sessuali
IVREA 25/07/2008 – Si dichiara innocente, don Pierpaolo Mologni, il parroco di Ozegna accusato di pedofilia. Ma dichiara anche di aver fiducia nella giustizia.
In clinica
Ieri pomeriggio il sacerdote ha lasciato l’ospedale di Ivrea – dove fino all’altro giorno era ricoverato in rianimazione – ed è stato trasporto alla Casa del Clero, dove è attualmente ricoverato.
Una delle ultime persone ad averlo incontrato è stato il suo difensore, l’avvocato Elio Guglielmino del foro di Ivrea.
L’avvocato Guglielmino ha trovato l’anziano parroco molto provato ed in condizioni di salute precarie, ma fermo del respingere tutte le accuse che gli verrebbero mosse.
Anche oggi il prevosto ha respinto ogni addebito: «Sono estraneo ad ogni fatto che mi vene addebitato dalla Procura di Torino. Anzi non sono ancora a conoscenza dei motivi veri di queste falsità e della fonte da cui possono venire simili e gravi accuse. Di tutto il materiale che io avrei avuto non so proprio cosa dire, non ho mai conservato fotografie pedopornografiche di bambini. Nella mia vita – prosegue don Pierpaolo – credo di non aver mai commesso alcunché di delittuoso ma confido serenamente nel corso della giustizia, sono fermamente convinto di uscire da questa brutta storia nel migliore dei modi perché non ho commesso gli atti di cui mi si accusa».
Dichiarazioni di una certa e completa innocenza ed estraneità ai gravi fatti addebitategli, una posizione nettamente antitetica a quanto emergerebbe, invece, dai fascicoli di indagine.
«Sono falsità – ha ripetuto il sacerdote – io non ho mai toccato un bambino in vita mia e credo che certe cose siano venute fuori per la malvagità di certi uomini. Io sono un uomo di Chiesa e se devo sopportare questo Calvario, lo faccio con la serenità di chi sa di non aver commesso alcunché. E fin d’ora dico – ha voluto concludere il parroco di Ozegna – che perdono coloro che hanno orchestrato questa dolorosa calunnia».
La curia
Nel frattempo la curia vescovile eporediese si è affrettata a diffondere un comunicato stampa, attribuito direttamente al vescovo Miglio e concordato con il cardinal Bertone, nel quale si prendono decise distanze dal sacerdote indagato. «Sorpresa e sofferenza hanno destato le accuse rivolte ad un sacerdote della nostra diocesi – scrive il presule, quasi per allontanare da sè il sospetto che la vicenda di don Pierpaolo fosse in qualche modo già nota in ambienti ecclesiastici -, circondato dalla stima e dall’affetto di molti che lo conoscono, al quale tutti esprimiamo gratitudine per il bene compiuto e vicinanza in questo particolare momento».
Miglio si rivolge ai giudici e alle vittime del “presunto” prete pedofilo: «Esprimiamo fiducia nella magistratura per il suo delicato compito, vicinanza e solidarietà alle persone, specialmente se minori, per quanto possono aver patito in questa vicenda». E poi la “stoccata” finale: «È molto vivo in tutti noi l’eco delle parole pronunciate da Benedetto XVI sia nel recente viaggio negli Stati Uniti, sia in Australia in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù appena conclusasi» e cioè: «I preti pedofili devono essere condannati».
Cronacaqui 25 luglio 2008
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.