Civico, tangenti su forniture false ai domiciliari l’aiuto di Marcelletti
Truffa da 1,5 milioni. Arrestati due imprenditori
Di mazzette vere e proprie ne intascava una piccola parte. Dagli amici imprenditori che favoriva ai danni delle casse della sanità pubblica, Carlo Marcelletti si faceva pagare tutte le spese della sua attività privata a Roma, l´autista personale, la segretaria, il tuttofare, e poi anche il residence Addaura in cui viveva e finanche i biglietti aerei e l´appartamento per la sua amante. Messo alle strette dalle indagini della sezione pubblica amministrazione della squadra mobile e dai mille riscontri documentali della Guardia di finanza, il noto cardiochirurgo pediatrico già arrestato l´anno scorso e ora tornato in libertà, ha finito con l´ammettere tutto o quasi. E con la sua collaborazione ha fornito gli ulteriori riscontri che hanno consentito ai sostituti procuratori Sergio De Montis, Amelia Luise e Caterina Malagoli di andare avanti nell´inchiesta che promette ulteriori nuovi sviluppi e di ottenere l´arresto di un altro medico della Cardiochirurgia pediatrica del Civico e di due noti imprenditori della sanità.
E così, ieri, in esecuzione dell´ordinanza firmata dal gip Pasqua Seminara sono stati posti agli arresti domiciliari Adriano Cipriani, 53 anni, dirigente medico e strettissimo collaboratore di Marcelletti con il quale condivideva l´attività privata anche a Roma, e Anna Claudia Leonardi, 44 anni, notissima imprenditrice romana. In carcere, invece, è finito Giuseppe Castorina, 44 anni, titolare di diverse aziende di prodotti sanitari.
È l´uomo dal quale, casualmente, sono partite le indagini che hanno portato a scoprire gli affari di Marcelletti, per quella testa di capretto trovata nella macchina della sorella e per la quale gli investigatori misero sotto controllo alcuni telefoni imbattendosi in un filone che promette di scoperchiare ancora altre pentole nelle truffe delle forniture agli ospedali.
Corruzione, truffa e falso i reati contestati a vario titolo agli arrestati mentre Cipriani deve rispondere anche di peculato per essersi indebitamente appropriato delle somme relative all´attività intramoenia svolta in ospedale, così come era già stato contestato a Marcelletti. Che per questi stessi reati è naturalmente indagato, così come indagato risulta anche Salvatore Colletto, l´uomo della Emolife che, piazzato all´interno del reparto di cardiochirurgia pediatrica, pilotava l´attestazione di interventi mai effettuati e le forniture di farmaci e strumenti mai arrivati.
Un “sistema” diffuso anche altrove se, prendendo spunto proprio da alcune conversazioni intercettate tra Marcelletti e Cipriani, la Guardia di finanza ha esteso le verifiche agli ordinativi di merci al reparto di anestesia e rianimazione diretto da Mario Re e al Centro di medicina iperbarica diretto da Giuseppe Strano. Di Mario Re così parlano Marcelletti e Cipriani conversando delle forniture fasulle di Castorina: «Mario è il suo grande veicolo, è il suo grande vettore, diciamo il passepartout per ste cose».
Un danno da quasi un milione e mezzo di euro quello che gli affari di Marcelletti e Cipriani avrebbero causato. Per questo il giudice ha ordinato anche il sequestro della cifra equivalente bloccando, in diversa misura, conti correnti e case degli indagati mentre alle ditte coinvolte, su tutte la Emolife, è stata interdetta la contrattazione con la pubblica amministrazione per un mese.
(31 marzo 2009)
UN’INTERVISTA A MARCELLETTI DELL’11 NOVEMBRE 2008 QUANDO ERANO APPENA STATI REVOCATI I DOMICILIARI
L´amarezza del cardiochirurgo: “I pazienti hanno aspettato troppo”
“Le donazioni dei genitori sono servite a potenziare il reparto”
di Salvo Palazzolo
«Sono emozionatissimo, ho le mani congelate», dice il cardiochirurgo Carlo Marcelletti pochi minuti dopo aver saputo che il tribunale del riesame ha revocato i suoi arresti domiciliari. Parla al telefono dalla sua casa di Roma: «Sono stati mesi durissimi, ho atteso con ansia questa decisione. Solo chi ha la sfortuna di vivere una vicenda simile può capire quanta sofferenza si prova». Fa una lunga pausa. Riprende, quasi sussurra: «Il tormento più grosso è stato stare lontano dai piccoli pazienti. Ma mi hanno confortato i messaggi di tanti genitori di bambini cardiopatici, arrivati tramite mia moglie. Adesso, voglio tornare al più presto a fare il mio lavoro di chirurgo». Continua a leggere
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.