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Don Ruggero Conti, riprende il processo civile.

Roma – Legnano. Sta per iniziare un nuovo capitolo sulla vicenda di don Ruggero Conti, l’ex sacerdote di Selva Candida condannato a oltre 11 anni di carcere in via definitiva per abusi sessuali su minori e induzione alla prostituzione.

Le richieste delle vittime

Alla fine di marzo, infatti, dovrebbe iniziare il procedimento civile durante il quale il giudice quantificherà i danni da risarcire alle vittime del prete, ora sospeso a divinis. Citata in tribunale anche la curia vescovile di Santa Rufina, dalla quale ‘dipende’ la parrocchia di Selva Candida. Si sapeva degli abusi del parroco? Per i legali, sì e non si sarebbe fatto alcunché per fermarlo. Le vittime avevano chiesto un risarcimento pari a circa 10 milioni di euro. Il procedimento però era stato congelato in attesa della sentenza definitiva, di assoluzione o condanna. Alla fine la condanna c’è stata: 14 anni di reclusione, scesi a 11 in quanto don Conti aveva già scontato tre anni in carcerazione preventiva in un convento. Ora le parti civili delle vittime hanno chiesto di riavviare il procedimento civile sospeso per ottenere quanto loro spetta.

Don Ruggero Conti non è in carcere. Perché?

Ma c’è anche un altro punto da non sottovalutare. La sentenza della cassazione è arrivata nel marzo 2015. Ma don Conti è stato arrestato dai Carabinieri di Tuscania (provincia di Viterbo) solo pochi giorni fa. A quasi un anno di distanza dalla sentenza. E ora si trova in un istituto religioso protetto, in attesa del carcere. Non è quantificato il periodo in cui don Conti resterà nell’istituto. Ma rimane una domanda: perché non è stato portato in carcere dopo l’arresto? Una motivazione potrebbe riguardare lo stato di salute del prete. Più volte don Ruggero aveva manifestato di avere problemi di pressione alta. Se i problemi di salute del parroco fossero confermati e il suo stato di salute risultasse incompatibile con il regime carcerario, allora tutto si spiega. Gli avvocati di parte civile stanno facendo le opportune verifiche del caso, intenzionati a chiedere la carcerazione del parroco.

Il doppio volto di don Ruggero Conti, tra vizi privati e pubbliche virtù
A Legnano don Conti era conosciuto e stimato. Negli anni Ottanta insegnava educazione sessuale alle scuole medie Bonvesin de La Riva ed era educatore all’oratorio San Magno. Una figura carismatica, quasi paterna per i ragazzi, che in lui riponevano la massima fiducia. Spesso don Ruggero invitava i giovani a pranzo o a cena a casa sua, a Legnano. Qui i ragazzi potevano guardare un film, giocare con il computer, in un clima conviviale. Capitava però che alcuni ragazzi dormissero lì. E allora scattavano gli abusi, venuti a galla durante le indagini degli inquirenti e fondamentali per il processo, sebbene caduti in prescrizione. Masturbazione e rapporti orali. Sono le stesse vittime, ormai adulte, a raccontarlo. Spesso si mettevano sul divano e scattavano gli abusi, su ragazzini che non avevano la forza di ribellarsi. In qualche caso, secondo i racconti, don Conti offriva piccole quantità di denaro o regali (per esempio scarponcini o una felpa) per convincere le vittime, che, in difficoltà economica, cedevano per non pesare sulla famiglia.
Don Ruggero Conti a processo, tra minacce testimonianze
Il primo arresto è scattato il 30 giugno 2008. La magistratura di Roma arriva a scoperchiare il caso anche grazie all’attiva collaborazione della Caramella buona Onlus, associazione leader nella prevenzione repressione dei reati di pedofilia (parte civile al processo). Il personale della Caramella buona aveva raccolto informazione dalle vittime di don Ruggero, lavorando per oltre un anno prima dell’arrivo in tribunale. Il processo di primo grado si svolge in un clima di intimidazioni e minacce di morte rivolte sia al presidente della Caramella buona, Roberto Mirabile, sia al Pubblico ministero, Francesco Lombardo Scavo. A pochi giorni prima dell’audizione del vescovo della diocesi di Santa Rufina, Gino Reali (il 20 giugno 2010) arriva una lettera contenete minacce e proiettili, in triplice copia. Una in una redazione di un noto giornale di Milano, una a una redazione di Reggio Emilia (sede dell’associazione) e una al tribunale di Roma. Una lettera pesantissima, che ha fatto scattare tutte le precauzioni da parte della magistratura. Il giorno della testimonianza del vescovo Reali, in tribunale c’è un allarme bomba e viene blindato. Alla fine, la condanna di primo grado: 15 anni e 4 mesi di reclusione per aver abusato di alcuni ragazzini della parrocchia romana tra il 1998 e il 2008. A testimoniare ci sono anche ragazzi legnanesi ormai adulti , che avrebbero subito abusi da parte del prete. Nel maggio 2013, l’appello conferma la condanna in primo grado, con una leggera riduzione della pena a 14 anni e due mesi in quanto alcuni episodi erano nel frattempo caduti in prescrizione.Poi la sentenza in cassazione.
 
27 aprile 2010, don Ruggero Conti in aula: “Contro di me, accuse fasulle”
Don Conti si è più volte difeso e nelle dichiarazioni spontanee rese in aula il 27 aprile 2010, parla ai giudici: “Dichiaro la mia innocenza, la totale estraneità rispetto i reati di cui sono imputato; anche se questi stringono intorno a me in una morsa dolorosissima vorrei quasi essere colpevole per poter chiedere perdono per accettare così più serenamente la pena e il giudizio degli altri. (…)Sapevo da tempo che si andava addensando accuse fasulle contro di me. (…) La notizia di questo arresto ha suscitato incredulità e dolore in tutti, proprio tutti a partire dai ragazzi che si accingevano a partire con me ma non una sola famiglia ha manifestato un dubbio. Lo dicono le migliaia di lettere ricevute che mi hanno consentito di resistere. (…) Ecco signor presidente non sono un mostro, sono innocente lo dico con retta coscienza, umilmente”.

Il libro

Sulla vicenda è stato scritto anche un libro dalla giornalista Angela camuso, ‘La preda. Le confessioni di una vittima’. Dopo aver seguito il caso e i vari atti processuali, la Camuso scrive nero su bianco la storia agghiacciante di un prete che era il punto di riferimento per molti. Un prete potente e carismatico, insospettabile. che in virtù del suo ruolo ha strappato l’adolescenza a molti ragazzini. Nel silenzio della chiesa.

DON RUGGERO CONTI: ARRESTATO DOPO LA CONDANNA DEFINITIVA

Arrestato il sacerdote don Ruggero Conti, ex parroco della curia di Roma, per violenza sessuale su minori e induzione alla prostituzione minorile

TUSCANIA –  I Carabinieri di Tuscania ieri, in esecuzione di un’ordinanza messa dalla Corte d’Appello di Roma, al termine del decisione della Suprema Corte di Cassazione, hanno tratto in arresto Don Ruggero Conti ex parroco della curia di Roma. L’uomo dovrà scontare una condanna totale di 11 anni 10 mesi e 19 giorni nonché pagare la multa di € 39.600,00 per violenza sessuale su minori e induzione alla prostituzione minorile. L’arrestato, dopo le formalità di rito è stato trasferito in un Istituto religioso protetto in attesa di essere definitivamente tradotto in un carcere. Don Ruggero, a Roma, era finito in una delicata inchiesta del sostituto procuratore Francesco Scavo con l’accusa di aver abusato, tra il 1998 e il 2008, di sette adolescenti che partecipavano o avevano partecipato ai gruppi parrocchiali nella chiesa della “Natività di Maria Santissima” dove il sacerdote svolgeva la missione.
Don Conti era stato sottoposto a divieto dell’esercizio pubblico del ministero nel 2008 e sospeso “a divinis” nel 2011.
Ruggero Conti fu condannato in primo grado nel marzo 2011 a 15 anni e 4 mesi di reclusione. L’accusa contestava a Ruggero Conti di aver abusato – tra il 1998 e il 2008 – di sette bambini che frequentavano la parrocchia di Selva Candida, a Roma. La VI sezione del tribunale di Roma motivò la condanna con l’esistenza di una “immediata, diretta, coerente, sincera e partecipata narrazione compiuta in dibattimento dalle vittime”. Per i giudici, invece, la tesi del ‘complotto’ sostenuta dalla difesa era “rimasta indimostrata”. Nel processo d’appello davanti alla III Corte d’appello di Roma presieduta da Ernesto Mineo, il pg Giancarlo Amato, aveva chiesto la condanna di Conti a 14 anni sei mesi e 15 giorni di reclusione, ritenendo nel frattempo prescritti due degli episodi contestati. Dopo due ore di camera di consiglio, la sentenza d’appello: condanna a 14 anni e due mesi di reclusione e ‘non doversi procedere per intervenuta prescrizione’ per tre delle imputazioni.

VICENDA GIUDIZIARIA – La vicenda giudiziaria prese il via il 29 giugno del 2008 quando don Ruggero fu arrestato. Secondo una denuncia, il sacerdote avrebbe attratto le sue ‘vittimè con regali che le loro famiglie non potevano permettersi. Gli furono attribuite sette violenze, accuse dalle quali si è dovuto difendere in tribunale dove le udienze sono state caratterizzate dalla presenza di due gruppi di parrocchiani. Uno formato dagli estimatori del religioso, che addirittura indossavano magliette con slogan inneggianti a don Ruggero, e uno di detrattori, pienamente convinti che le accuse mosse al sacerdote fossero state pienamente dimostrate.

FONTE

PEDOFILIA, 15 ANNI A DON RUGGERO CONTI PER ABUSI SU SETTE BAMBINI

I PARROCCHIANI LO DIFENDONO SU FACEBOOK:

Sul gruppo aperto dai sostenitori dell’innocenza di don Ruggero, è apparsa a sorpresa la notizia della condanna, accompagnata dalla frase “LA GIUSTIZIA ESISTE PER TUTTI”. La risposta, però arriva subito dopo, ed è molto piccata:”che ce fai te su sto gruppo brutto stronzo???.Poi, c’è qualcuno che cerca di mettere pace tra i due:” FARE DEL BENE A MOLTI NON SIGNIFICA FARE DEL BENE A TUTTI”

Giovedì 03 Marzo 2011 – 18:20

ROMA – Ha abusato di sette ragazzini minorenni, nell’arco di dieci anni, tra il 1998 e il maggio del 2008. Arrestato nel giugno di tre anni fa, è stato oggi condannato don Ruggero Conti, ex parroco della Natività di Maria Santissima a Roma. I giudici della VI sezione del tribunale penale collegiale gli hanno inflitto una condanna di 15 anni e 8 mesi di reclusione. Il sacerdote è stato condannato per tutte le contestazioni, tranne che per un episodio per il quale il tribunale ha dichiarato di non doversi procedere per intervenuta prescrizione. I giudici, presieduti da Francesca Russo, hanno anche stabilito che l’imputato risarcisca in sede civile le parti offese costitute in giudizio, stabilendo intanto una provvisionale immediatamente esecutiva pari complessivamente ad oltre 200mila euro. Don Ruggero è stato anche condannato a pagare una multa di 42mila euro. Nessun commento è stato fatto alla lettura della sentenza dal prete.

PARROCCHIANI LO DIFENDONO «L’hanno messo in croce come Gesù Cristo». Questi alcuni dei commenti dei parrocchiani venuti a sostenere don Ruggero Conti alla lettura della sentenza di condanna emessa nei confronti del sacerdote. I parrocchiani si sono sfogati contro il tribunale e contro la stampa: «Giustizia è stata fatta», hanno commentato ironicamente. «Meno male che c’è una giustizia divina». «Un grande errore giudiziario». I fedeli sono stati tutti vicini a don Ruggero fino dalla mattina, quando è iniziata l’udienza. Poi si sono anche riuniti in preghiera durante la camera di consiglio. Tra le file dei presenti in aula, defilati anche alcuni poco convinti dell’innocenza del prete, che hanno lasciato il tribunale in silenzio, senza farsi notare.

VITTIMA: NON FARA’ PIU’ MALE A NESSUNO «Dopo tutto quello che mi ha fatto a questo punto me lo aspettavo, ho sempre avuto fiducia nella giustizia. Speriamo che così non faccia più male a nessuno». Questo quanto riferito all’avvocato di parte civile, Fabrizio Gallo, da una delle vittime degli abusi da parte di don Ruggero Conti. Per il legale oggi «abbiamo perso tutti, una sentenza che colpisce le parti offese irrimediabilmente segnate da questa vicenda e, ovviamente, anche l’imputato che si farà il carcere». Secondo Gallo «il processo ha dimostrato che i fatti sono veri e che quindi le vite di molte persone sono irrimediabilmente distrutte. Mi auguro che la chiesa prenda una soluzione e tenda a risarcire le parti offese che sono state abbandonate, nessuna ha teso una mano per chiedere scusa o aiutarli»

http://www.leggo.it/articolo.php?id=109763&sez=ITALIA

DON RUGGERO CONTI: SFILANO I TESTIMONI A FAVORE

Messaggero Cronaca di Roma di mercoledì 20 ottobre 2010, pagina 35
Sfilano i testimoni in favore di don Ruggero

di De Santis Giulio

Il vescovo: «Sono contento di avergli dato i voti» Sfilano i testimoni in favore di don Ruggero Il parroco accusato di pedofilia difeso anche da persone amiche dei presunti molestati di GIUIJO DE SAN IS «Don Ruggero Conti è un padre di cui fidarmi e un amico con cui confidarmi. Mi manca».

Ieri i suoi ragazzi hanno descritto così il parroco di Selva Candida, accusato di aver violentato sette minorenni tra il 1998 e il 2008. Ventisette testimoni della difesa hanno sfilato per otto ore davanti ai giudici della sesta sezione collegiale. Tutti pronti a mettere le mani sul fuoco sulla integrità morale del sacerdote, Imito in carcere nel 2008 dopo le denuncie delle sette presunte vittime di abusi sessuali. Violenze che, secondo il pubblico ministero Francesco Scavo, il parroco avrebbe compiuto mentre guidava la chiesa della Natività di Maria Santissima. CONTINUA A LEGGERE

 

Pedofilia, don Ruggero Conti: Denunciato monsignor Reali per favoreggiamento

Denunciato monsignor Reali  "Coprì gli abusi di don Ruggero"

“Coprì gli abusi di don Ruggero”.E’ la prima volta in Italia che un vescovo viene denunciato da una delle vittime, ma non è la prima volta che i vescovi vengono indagati per favoreggiamento nei confronti di sacerdoti processati per pedofilia.

Per leggere l’articolo su don Ruggero, cliccate qui.

Pedofilia, Don Ruggero Conti: Interrogazione Parlamentare PDL E PD

Di Wildgreta

In questa interrogazione, l’on. Renato Farina del PDL,  e l’on.Nazareno del PD si chiedono come mai don Ruggero Conti sia ancora in carcere, nonostante le sue condizioni di salute non siano compatibili con il regime carcerario.

Testo Interrogazione

ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04912

Dati di presentazione dell’atto

Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 242 del 09/11/2009

Firmatari

Primo firmatario: OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 09/11/2009

Elenco dei co-firmatari dell’atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FARINA RENATO POPOLO DELLA LIBERTA’ 09/11/2009
Destinatari

Ministero destinatario:

  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Stato iter:

IN CORSO

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04912

presentata da

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO
lunedì 9 novembre 2009, seduta n.242
OLIVERIO e RENATO FARINA. –

Al Ministro della giustizia.

– Per sapere – premesso che:

la legge 23 aprile 2009, n. 38, prevede l’esclusione degli arresti domiciliari per chi è imputato in attesa di giudizio per delitti connessi a violenze sessuali (sex offenders);

il carcerato don Ruggero Conti sarebbe stato detenuto all’ospedale Pertini nel reparto carcerario in condizione detentiva paradossalmente peggiorativa rispetto al carcere di Regina Coeli;

don Ruggero Conti versa in cattive condizioni di salute, in quanto è affetto da una grave patologia cardiovascolare aggravata e condizionata da fattore stressogeno determinato dalla restrizione in carcere come attestato anche da perizie disposte dal Tribunale di Roma;

il 19 agosto la direzione di Regina Coeli inviava una relazione sanitaria evidenziando il peggioramento delle condizioni e l’incompatibilità delle stesse con il regime carcerario; in data 22 don Ruggero Conti veniva trasferito al Santo Spirito da dove veniva inviato il 25 successivo al Sandro Pertini;

il 27 agosto il Pertini inviava una relazione dove rimarcava la non idoneità della struttura alle cure di cui don Ruggero Conti necessitava e, in modo particolare, essendo la patologia di cui il sacerdote è affetto, di natura psicologica si ricordava, che nulla poteva essere effettuato in quel contesto ospedaliero;

il 28 agosto il Tribunale disponeva con ordinanza che il DAP e il carcere di Regina Coeli si attivassero alla ricerca di una struttura ospedaliera idonea;

la situazione del religioso ha coinvolto la difesa, il Tribunale e la direzione del carcere in una serie di atti dai quali emerge chiaramente la necessità di un trattamento in una struttura sanitaria idonea anche in regime di arresti domiciliari;

al Ministero della giustizia è stata inoltre inviata in data 3 settembre 2009 una lettera dal deputato Renato Farina del gruppo parlamentare del PDL nella quale si lamenta che detta struttura carceraria ospedaliera è totalmente inidonea a qualsiasi regime minimamente umanitario;

nella citata lettera la struttura del Pertini viene indicata «peggiore del peggiore carcere. Tutto è stato disegnato e regolamentato non in vista della cura dei pazienti, ma esclusivamente per la sicurezza.» L’on. Farina ha denunciato altresì che «in queste celle sono ristretti detenuti per i quali i medici hanno stabilito l’incompatibilità con la situazione carceraria per finire in una galera al quadrato, senza neanche quel minimo di respiro e di movimento che persino la prigione più dura consente.»;

appare necessaria un’iniziativa che consenta di costruire centri attrezzati per quei detenuti per i quali si richieda una specifica assistenza medica e per i quali non sia stata disposta la detenzione domiciliare -:

quali iniziative siano state assunte, ferme restando le prerogative della magistratura al fine di dare seguito alla lettera spedita dal parlamentare Renato Farina nonché a tutela del religioso, posta la gravità della situazione di salute del medesimo e le oggettive condizioni di insostenibilità della detenzione. (4-0491

http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=18269&stile=6&highLight=1

PEDOFILIA, DON RUGGERO CONTI: UDIENZA 27 OTTOBRE 2009

Di Wildgreta

L’unico articolo uscito è questo del Messaggero ed è accompagnato da un commento di un lettore che probabilmente ha assistito all’udienza e dice che don Ruggero stava già male prima della testimonianza della presunta vittima.Naturalmente non sappiamo se questo corrisponda al vero. Ricordiamo che c’è un nuovo testimone dell’accusa, un ragazzo che all’epoca dei fatti aveva 13 o 14 anni.Ecco l’articolo:

Pedofilia, processo don Ruggero Conti: malore in aula dopo le testimonianze

ROMA (27 ottobre) – Non ha retto alla tensione e si è sentito male in aula dopo le accuse di una sua presunta vittima chiamata a testimoniare. Per don Ruggero Conti, l’ex parroco romano della parrocchia di Maria Santissima a Selva Candida, imputato di atti sessuali con minorenni è stato chiamato il medico mentre era comparso in udienza davanti alla sesta sezione del Tribunale penale di Roma, anche se c’è chi sostiene che il religioso avesse già avuto problemi di pressione alta dall’inizio della mattinata.

Il dibattimento, che da oggi si svolge a porte chiuse (erano numerosi anche stavolta i «fan» di don Ruggero, una cinquantina tra giovani e genitori che rivendicano l’innocenza del loro ex parroco), prevedeva la testimonianza di tre delle otto presunte vittime di abusi sessuali: sono sette i giovani, all’epoca dei fatti tra i 13 e 14 anni, oggetto delle attenzioni e delle violenze che don Ruggero avrebbe commesso.

L’ex parroco ha accusato una crisi ipertensiva al termine della lunga testimonianza (oltre quattro ore) di un giovane di 21 anni, all’epoca dei fatti tredicenne, che ha raccontato di aver dovuto subire rapporti orali dall’ex parroco sia nella sua abitazione, sia durante un campo estivo a Trentino. Il giovane, che ha preteso di essere coperto da un paravento durante la testimonianza per non incrociare lo sguardo del prete, ha anche ribadito che una segnalazione dei presunti abusi commessi da don Ruggero sarebbe stata fatta alla segreteria dell’allora vescovo della diocesi, Monsignor Gino Reali, citato come testimone dal pm Francesco Scavo. Il parroco, tornato in carcere nei mesi scorsi dopo il cosiddetto decreto «antistupri», non ha retto alla tensione e l’udienza è stata aggiornata al 26 novembre.

IL MESSAGGERO 27 OTTOBRE 2009

MINACCE ALLA ONLUS CHE SOSTIENE LE PRESUNTE VITTIME DI DON RUGGERO CONTI

Busta e proiettile: nuove minacce di morte all’associazione anti-pedofilia
La Onlus reggiana “La Caramella buona” nuovamente nel mirino

REGGIO EMILIA (13 ottobre 2009) – Nuove minacce di morte ai danni dell’associazione anti-pedofilia “La Caramella Buona”. La onlus ha ricevuto, a distanza di pochi mesi dall’ultimo caso, una nuova missiva, che invoca “amore libero con i bambini” e “condanna a morte” Roberto Mirabile, il presidente dell’associazione reggiana che da oltre 12 anni è impegnata nella lotta alla pedofilia. Altre minacce e insulti sono rivolti a coloro che stanno lavorando sul caso di Ruggero Conti, ex parroco di Selva Candida. La lettera è stata recapitata alla sede del “La Caramella Buona”, ed è datata 9 ottobre.

In tono delirante e sconnesso, la lettera definisce “ignobili vermi schifosi incompetenti” gli accusatori di don Ruggero. Inoltre, nella missiva si legge: “Non possiamo accettare ancora molto questa situazione che costringe noi tutti a nasconderci al buio e soffocare il nostro sentimento. Ricordiamo a voi i tanti casi di ingiustizia di persone pure innocenti condannate alla gogna per cosa? Volete la pena di morte per una persona malata! Allora noi dichiariamo la pena di morti per voi carnefici veri”. Nella lettera si fanno quindi i nomi del pm Marisa Scavo e di Mario Staderini. Ma le parole più pesanti sono proprio per Mirabile, definito “quel solito bastardo protetto da Fini” e destinatario di un’inquietante minaccia: “Attento decretiamo la condanna a morte per te. Più volte ti siamo arrivati vicini, faccia da culo”.

“La costanza e il contenuto di certe missive preoccupa – fanno sapere gli stretti collaboratori della Onlus – ma non possiamo e non vogliamo bbandonare le persone che ci chiedono aiuto. Ci stringiamo intorno al nostro Presidente ed esprimiamo la nostra solidarietà alle altre persone citate, rei di svolgere solo il proprio lavoro volto alla tutela dei bambini. Siamo sicuri che le istituzioni e chi di dovere non sottovaluteranno queste continue attenzioni negative verso l’Associazione”.

IL GIORNALE DI REGGIO 13 OTTOBRE 2009

ROMA: ALEMANNO, CAMPIDOGLIO IMPUGNA DECISIONE TRIBUNALE SU DON RUGGERO CONTI

Roma, 7 lug. – (Adnkronos) – “Il Comune di Roma impugnera’ la decisione della VI Sezione penale del Tribunale di Roma con cui e’ stata negata al Campidoglio la possibilita’ di tutelare direttamente nel giudizio le proprie ragioni nel processo a carico di don Ruggero Conti”. E’ quanto dichiara il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

“Di fronte a un fatto cosi’ grave – prosegue il sindaco – e’ incomprensibile l’interpretazione restrittiva della norma che ha impedito all’Amministrazione di essere parte in questo procedimento. Ringraziamo la disponibilita’ di Mario Staderini a rappresentare anche il Comune di Roma, ma riteniamo che in questa vicenda debba essere assolutamente ribadita la presenza del Campidoglio”.

DON RUGGERO CONTI: 16 GIUGNO AL VIA IL PROCESSO CON RITO IMMEDIATO

Secondo l’accusa don Ruggero, già parroco della parrocchia romana della Natività di Maria Santissima, in via di Selva Candida, avrebbe abusato tra il 1998 e il 2008 di sette ragazzi affidati alle sue cure in oratorio e nei campi estivi. L’accusa di prostituzione minorile fa riferimento a due episodi: si tratta di due ragazzi che sarebbero stati indotti «a compiere e/o subire atti sessuali – è scritto nel capo d’imputazione – in cambio di denaro o altra utilità (in genere capi di abbigliamento)».

Nel corso delle indagini sarebbero emersi altri casi di abusi compiuti in Lombardia e risalenti a 25 anni fa, a Legnano, dove Don Ruggero, non ancora ordinato prete, insegnava educazione sessuale in una scuola. Tra questi casi quello di una violenza consumata su un giovane, oggi quarantenne. Per le violenze la procura non potrà procedere, perché prescritte, ma le presunte vittime potrebbero essere chiamate a testimoniare in caso di processo. continua a leggere