Pedofilia:per l’istituto Bearzi di Udine, il sacerdote indagato è innocente

FONTE: Il Giustiziere degli Angeli

“Siamo addolorati per l’infondata accusa mossa nei confronti di un nostro confratello”

L’istituto Salesiano del Bearzi di Udine si schiera dalla parte del sacerdote (sempre anonimo) accusato del reato di pedofilia. Don Dino Marcon scrive un comunicato che viene letto alla fine delle tre messe quotidiane dove i confratelli si dicono “addolorati” per le INFONDATE accuse mosse al sacerdote da quel ragazzo “problematico”. Viene fissata per questa sera una messa di VEGLIA per pregare per il dolore arrecato al prete accusato. E le l’arcivescovo Alfredo Battisti dice: «Se c’è una persona che in tanti anni ha sempre ricevuto tutto il nostro aiuto, quella è proprio il ragazzo che oggi ci calunnia. E che getta così fango sull’istituto e sulle tante persone che, di giorno e di notte, lavorano al solo scopo di aiutare chi ne ha bisogno. Non ne capiamo la ragione, siamo allibiti e, soprattutto, respingiamo qualsiasi tipo di accusa». Intanto gli investigatori ritengono di avere raccolto riscontri positivi nella perquisizione al Bearzi e continuano le indagini serenamente.

GLI ARTICOLI DEI QUOTIDIANI

In una lettera dall’altare il dolore del Bearzi
Messaggero Veneto – 08 settembre 2008

Molestie e pedofilia: le accuse dell’ex allievo dell’istituto nei confronti di un padre salesiano ha scosso il Bearzi. «Addolorata». La comunità religiosa udinese si definisce così in un testo preparato dal direttore, don Dino Marcon, e letto ieri mattina poco prima della conclusione di tutte e tre le messe celebrate nella chiesa dedicata al fondatore don Giovanni Bosco.

«Siamo addolorati per l’infondata accusa mossa nei confronti di un nostro confratello (accusato di pedofilia, ndr)», si legge nella dichiarazione ufficiale diramata dall’altare ai fedeli che, nell’occasione, sono stati mobilitati per partecipare in massa alla veglia di preghiera fissata per domani sera alle 18.30, sempre nella chiesa dell’Istituto salesiano.Ha voluto ringraziare tutti don Dino, attravero la sua comunicazione ai parrocchiani e ai fedeli delle messe salesiane alle 8.30 alle 9.30 e alle 11: «Esprimiamo viva riconoscenza e gratitudine a tutti quelli che, in un modo o nell’altro, ci sono stati vicini e ci stanno vicino e li invitiamo alla veglia perché il Signore ci sostenga e ci dia forza in questo momento di prova». Il vertice della comunità declassa l’accusa a «infondata», e sotto il profilo spirituale si vive secondo un atteggiamento di «prova». Nelle parole dell’omelia pronunciate dai salesiani emergeva, in controluce, qualche riferimento alla vicenda che vede un salesiano denunciato per pedofilia. E’ stata la liturgia della parola della 23esima domenica a indurre a riflessioni sulla carità, la comprensione e la legge della fede. «Noi cristiani – ha detto durante l’omelia don Gustavo Marangone – dobbiamo essere capaci, più degli altri, di capire e compatire e non solo di fare processi e linciaggi; dobbiamo essere noi comprensivi verso gli altri». Dentro la comunità i religiosi cercano di vivere come sempre. «Siamo sereni e tranquilli», ci ha detto, a messa conclusa, don Gustavo che ha aggiunto: «Siamo nelle mani del Signore». Ma se l’accusa si rivelasse fondata? «Continueremo ad avere fede e a pregare», ha rivelato. Anche don Fabrizio Iacuzzi, durante l’omelia, ha sottolineato il ruolo delicato di quanti annunciano la fede: «Sono quelli che rischiano di più la vita; l’annunciatore della parola di Dio può essere colpito per primo, esposto ai maggiori pericoli. Ma questa è la nostra responsabilità». I fedeli, numerosi come sempre, non credono ancora a quanto è successo: «Sono scossa, ma stento a crederci», afferma Angela, 36 anni. «Pure illazioni, senza alcun fondamento», dice Ruggero. «Chi denuncia il salesiano è una persona problematica, probabilmente non riusciva ad ottenere quello che voleva e quindi si è vendicato in questo modo», secondo altre testimonianze raccolte. Intanto, si mobilitano i credenti friulani per la grande veglia.In duomo, invece, nessun riferimento nelle omelie di ieri riguardo alla vicenda del sacerdote dell’Istituto salesiano Bearzi, indagato per presunti episodi di pedofilia. Un fatto che ha profondamente scosso la città. La gente ne parla e si interroga su quanto ipotizzato dalla magistratura. E molte sono state le attestazioni di solidarietà da parte della popolazione nei confronti del sacerdote coinvolto. (i.g. e r.s.)

«Confido che venga fatta chiarezza»
Messaggero Veneto – 08 settembre 2008 pagina 09 sezione: NAZIONALE

«Prego il Signore perché si faccia luce e perché la fiducia espressa dal direttore dell’istituto Bearzi nei confronti del sacerdote indagato per l’ipotesi di pedofilia sia riconosciuta anche dalla magistratura». Sono le parole dell’arcivescovo emerito Alfredo Battisti, vescovo di Udine dal 1973 al 2000, che in 35 anni di permanenza in Friuli assicura di «non aver mai avuto a che fare con fenomeni di pedofilia». Non a caso, Battisti esprime gratitudine ai salesiani per il ruolo di educatori che svolgono anche in Friuli.Chiarito questo punto, l’arcivescovo si allinea alla tesi di Papa Benedetto XVI che anche nel suo viaggio in America ha espresso parole severe nei confronti della pedofilia. «Abusare degli innocenti minorenni – aggiunge monsignor Battisti – deve terrorizzare la coscienza di qualsiasi educatore. I momenti di debolezza vanno condannati sia dal punto di vista morale che giuridico».Per quanto riguarda, invece, le accuse mosse da un ventisettenne al sacerdote dell’istituto Bearzi, l’arcivescovo preferisce attendere l’esito delle indagini in corso. «Da sempre stimo i salesiani che in Friuli sono presenti a Udine, a Tolmezzo e a Santa Maria la Longa per i tossicodipendenti, nella nostra Diocesi sono una presenza luminosa. Anche per questo mi auguro che la magistratura chiarisca e confermi la fiducia già espressa dal direttore del Bearzi nei confronti del sacerdote».L’arcivescovo, insomma, non riesce a immaginare che il religioso del Bearzi sia stato sopraffatto da un momento di debolezza e ribadisce la tesi del direttore dell’istituto, don Dino Marcon, che fin da subito ha sottolineato: «Se c’è una persona che in tanti anni ha sempre ricevuto tutto il nostro aiuto, quella è proprio il ragazzo che oggi ci calunnia. E che getta così fango sull’istituto e sulle tante persone che, di giorno e di notte, lavorano al solo scopo di aiutare chi ne ha bisogno. Non ne capiamo la ragione, siamo allibiti e, soprattutto, respingiamo qualsiasi tipo di accusa».

Il vescovo ne fa cenno a Castelmonte
Caso Bearzi, la voce di Brollo

Udine – gazzettino.it
L’ex alunno che ha raccontato ai carabinieri di aver subito violenze sessuali da parte di un salesiano dell’Istituto Bearzi di Udine, sarà nuovamente ascoltato oggi dagli uomini dell’Arma. Il sopralluogo effettuato non ha portato a sequestri ma gli investigatori, coordinati dai sostituti procuratori Lorenzo Del Giudice e Matteo Tripani, ritengono di aver raccolto riscontri positivi che andranno ora ulteriormente approfonditi sentendo di nuovo il giovane, un italiano di origini somale. Gli abusi si sarebbero protratti fino al 1999, anno in cui il ragazzo aveva lasciato la scuola. Dal Bearzi si continua però a sostenere “l’assoluta infondatezza” delle accuse mosse al religioso, e lo stesso arcivescovo Brollo, partecipando ieri pomeriggio al tradizionale pellegrinaggio a Castelmonte, ha invitato a non condannare anzitempo nessuno, con un implicito riferimento al caso-Bearzi.

Al Bearzi preghiere di solidarietà
Sarà riascoltato oggi l’accusatore del prete
Nell’indagine altri due indagati

L’ex alunno che ha raccontato ai carabinieri di aver subito violenze sessuali da parte di un salesiano dell’Istituto Bearzi di Udine, convinto da un amico, sarà nuovamente riascoltato oggi dagli uomini dell’Arma. Il sopralluogo effettuato non ha portato a sequestri ma gli investigatori, coordinati dai sostituti procuratori Lorenzo Del Giudice e Matteo Tripani, ritengono di aver raccolto riscontri positivi che andranno ora ulteriormente approfonditi sentendo di nuovo il giovane, un italiano di origini somale. Gli abusi si sarebbero protratti fino al 1999, anno in cui il ragazzo aveva lasciato la scuola. La sua personalità, la sua esistenza, sono state davvero pesantemente segnate dalla violenza?
Dal Bearzi si continua a sostenere “l’assoluta infondatezza” delle accuse mosse al religioso. Oggi stesso, alle 18.30, nella chiesa di San Giovanni Bosco, è stata programmata una veglia di preghiera comunitaria per manifestare solidarietà al sacerdote coinvolto nell’inchiesta. Ieri era attesa anche la nomina del legale incaricato di tutelare l’indagato, il cui telefonino continua a squillare a vuoto, ma il suo nominativo non è stato ancora reso noto. Irreperibile il responsabile dell’Istituto friulano, don Dino Marcon, che si è recato a Torino.

Ed è confermato che sono state svolte ulteriori perquisizioni dai carabinieri ma per un filone della medesima indagine che non interessa per nulla il Bearzi ma che si sviluppa invece nell’ambiente della prostituzione maschile.

Per questa parte dell’inchiesta sono due le persone indagate le quali avrebbero rivestito il ruolo di intermediari nel campo della prostituzione maschile.
gazzetino.it

1 thoughts on “Pedofilia:per l’istituto Bearzi di Udine, il sacerdote indagato è innocente

  1. Il ragazzo ha confermato le accuse e ha anzi aggiunto di essere a conoscenza di un’altra vittima dell’anonimo prete.

    I fedeli chiedono alla stampa il silenzio, nel solito tentativo di soffocare lo scandalo.

    L’articolo è reperibile sul Gazzettino di oggi, cronaca di Udine, pag. 5, con registrazione gratuita. E’ riportato anche qui: http://laici.forumcommunity.net/?t=19440742

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