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Pedofilia: un consulente che ritiene sempre i bambini “non attendibili”, è attendibile?

di Wildgreta

Il caso delle tre sorelline di Amandola, mi offre l’occasione per porre una domanda alla quale non riesco a dare una risposta.

Ecco il fatto:

Abusi sessuali sulle sorelle di Amandola
“Tutte e tre incapaci di testimoniare”
La mossa della difesa di due imputati ha costretto il pubblico ministero a chiedere il rinvio: d’accordo con tutte le parti del processo, si è preso del tempo per esaminare gli atti depositati dalla difesa e di rinviare la discussione

Non so se qualcuno di voi ricorda la terribile vicenda delle tre sorelline di Amandola costrette, ormai da qualche anno, ad estenuanti audizioni. Costrette a ripetere l’orrore che hanno vissuto, non una volta, ma tante volte quanti sono i tronconi del processo. Alcuni di questi tronconi sono già terminati con la condanna di alcuni degli 11 imputati tra cui lo zio. (VEDI QUI) Eppure, due giorni fa, un attimo prima della probabile condanna di altri due imputati, la difesa ha estratto a sorpresa una perizia di parte in cui le tre bambine vengono definite “inattendibili”. I loro racconti, dice il perito, prof. De Cataldo Neuburger, potrebbero essere frutto di fantasia. Loro potrebbero aver inventato tutto a causa della loro disastrosa situazione familiare. Almeno questo è ciò che riporta  questo articolo. Chi è il perito De Cataldo Neuburger? E’ lo stesso che ha firmato con il professor Gulotta tante pubblicazioni in tema di ascolto del minore nei processi per pedofilia. Il professor Gulotta è un avvocato docente di psicologia giuridica che, in questi ultimi anni, ha assistito diverse persone accusate di pedofilia e che, attualmente, è impegnato a difendere Suor Soledad, rinviata a giudizio per abusi su 36 bambini dell’asilo di Vallo della Lucania. Ha poi difeso i maestri dell’asilo di Ponton a Verona, assolti in primo grado (presto il processo di appello), le due suore dell’asilo di Cazzano Sant’Andrea di Bergamo, alcuni indagati dell’asilo Abba di Brescia (recentemente assolti) e, in ultimo, anche il critico d’arte Alessandro Riva accusato di abusi su alcune bambine amiche delle sue figlie. I  pareri del prof. Gulotta e della pro. De Cataldo su diversi processi per pedofilia, potrete trovarli sul sito “falsi abusi”. La prof. De Cataldo, quando le è stato chiesto un parere su taluni casi di pedofilia nelle scuole materne, (tra cui anche quello dell’asilo di Rignano Flaminio) ha sempre dichiarato che è molto difficile sapere se un bambino dica la verità o meno e se sia stato o no vittima di abusi sessuali. Certamente, nei casi di pedofilia nelle scuole materne, per lei i bambini: – mentono, inventano, le loro dichiarazioni sono state raccolte male o i genitori si sono contagiati a vicenda-. Non mi è mai capitato di leggere, purtroppo, un parere della prof. Luisella De Cataldo, in cui, a suo avviso, i bambini dicessero la verità.La teoria del bambino che “inventa sempre” non è supportata nè dalla letteratura scientifica, nè dalla statistica. E’ infatti, impossibile, anche per un mero calcolo delle probabilità, che tutti i bambini coinvolti in processi per pedofilia nelle scuole materne, abbiano sempre avuto orrende fantasie a matrice sessuale.  La letteratura più accreditata, poi, individua in una serie di test psicologici e nell’analisi di tanti altri fattori comportamentali e non, la possibilità di stabilire se il minore abbia subito un trauma da abuso sessuale o meno anche se non vi siano segni fisici. Laddove i segni fisici si sono evidenziati, come nel processo per abusi sui bambini dell’asilo Sorelli di Brescia, la difesa degli imputati ha contestato le perizie in cui si evidenziavano 77 anomalie negli apparati genitali dei bambini tra cui alcune deflorazioni. Il processo di primo grado è terminato, quindi, con l’assoluzione di tutti gli imputati. Oggi è cominciato il processo di Appello e vedremo se queste anomalie appariranno normali o “congenite” anche a giudici diversi.

 Sono convinta del fatto che, se non ci fosse il modo di accertare se un bambino ha subito abusi, sarebbe inutile istruire un qualsiasi processo per pedofilia. Quindi, la conseguenza, sarebbe che, nel dubbio,  tutti i pedofili o presunti tali, dovrebbero essere lasciati liberi. La cosa che mi lascia perplessa nelle critiche spesso mosse alla metodologia di raccolta della testimonianza del minore, è che se la testimonianza delle minori viene raccolta seguendo tutte le procedure corrette,(carta di Noto, ecc.) , videoregistrando le deposizioni, e quant’altro, si dice che “le minori hanno frainteso” ( caso A. Riva e Amandola).  Da notare che, nel caso del critico d’arte A. Riva,  i disagi delle bambine e le loro confessioni sono state inizialmente raccolte dalle maestre, dalle quali è poi partito l’accertamento. Quindi, non si poteva neppure estrarre l’altro cavallo di battaglia di questo gruppo di cattedratici: “l’isteria collettiva“. Per concludere, spero che le tre sorelline di Amandola, alla fine, abbiano giustizia e possano essere curate in modo da poter vivere una vita più vicina possibile alla normalità. Per quello che riguarda i consulenti e gli avvocati coinvolti in processi per pedofilia, auspico un cambiamento nell’approccio alla difesa dei loro clienti. Contestare  il metodo di raccolta di una deposizione trascurando il merito di quanto i bambini affermano, significa uccidere due volte i piccoli che hanno subìto gli abusi e permettere a qualcuno di ucciderne intimamente degli altri. Continua a leggere