Archivio | agosto 1, 2008

Inghilterra L’orfanatrofio degli orrori: trovati i resti di cinque bambini

Nuovo capitolo della saga degli orrori in Inghilterra: la polizia ha rinvenuto i resti carbonizzati di cinque bambini nelle cantine di un ex orfanotrofio sull’isola di Jersey.
Si tratta di un caso che risale a 40 anni fa su cui gli inquirenti indagano da mesi: si suppone infatti che i piccoli, tra i 4 e gli 11 anni, siano stati uccisi negli anni ’60 o ’70, un periodo in cui nell’istituto si sarebbero consumati abusi sessuali e maltrattamenti sui piccoli orfani.

Difficile, però che si possa riaprire il caso.
Secondo quanto riportato dalla Cnn, il numero due della polizia locale, Lenny Harper ha affermato che sarà quasi impossibile datare con precisione gli oltre 100 frammenti di ossa ritrovati. E perciò non ci sarebbero prove sufficienti per aprire un’indagine per omicidio.
L’istituto per i minori di Jersey era stato già al centro di un’indagine per pedofilia nel 2006, con oltre 160 accuse di abusi commessi durante 30 anni di attività (almeno 160 ex ospiti dell’istituto hanno presentato denunce).
L’orfanotrofio creato alla fine dell’800 e chiuso poi nel 1986, è stato riaperto quattro anni fa, dopo un’ampia ristrutturazione, come ostello della gioventù.
Ma le mura sono impregnate di terribili memorie.
Fin dal febbraio scorso, era stato ritrovato un teschio sospetto e da settimane circolavano notizie sul ritrovamento di altri frammenti di cadaveri nei sotterranei dell’istituto. Dallo scorso marzo l’inchiesta sugli abusi sessuali ha sconvolto la comunità della più popolosa fra le isole del Canale della Manica, paradiso frequentato dagli inglesi benestanti.

Il Tempo 1 agosto 2008

Mez, le foto della casa del delitto e le carte dei pm


In esclusiva su Tgcom le carte dei pm e le fotografie
L’hanno violentata, strozzata e sgozzata per poi lasciarla morire dissanguata e al tempo stesso soffocata dal suo sangue. Poi hanno inscenato un tentativo di furto e occultato le prove. Sono queste le motivazioni che si leggono nelle conclusioni delle indagini sul delitto di Meredith Kerchner a Perugia. Tgcom ha ottenuto le carte che, secondo l’accusa, inchiodano Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudi Guede.In esclusiva vi possiamo far vedere anche le immagini scattate dalla polizia scientifica il giorno dopo il delitto. Si vedono le analisi fatte col luminol: sono e piedi e appartengono ai tri indagati. Ma sono altre le foto più drammatiche. Quelle realizzate nel bagno della casa dove vivevano Meredith e le sue amiche. E poi gli scatti fatti nella stanza della vittima poche ore dopo l’efferato delitto.

Una stanza, quella di Meredith, messa a soqquadro, secondo i pm, da Raffaele e Amanda nel tentativo di simulare un furto. E poi a terra c’è lei, il corpo senza vita di Meredith coperta da un piumone. Vicino al cadavere la sua biancheria intima sporca di sangue. E poi la chiazza dove la ragazza britannica è stata lasciata a morire dopo essere stata colpita alla gola con un coltello.

Sulle pareti le foto, quelle che ormai tutti conoscono e che ci hanno fatto imparare il volto di Mez. Infine il bagno: sul tappeto una traccia di sangue a forma di piede. E il rubinetto, anche qui con tracce ematiche che hanno un nome e un cognome grazie al Dna: Amanda Knox. E sarebbero proprio le tracce lasciate in bagno ad aver incastrato, sempre secondo i pm, i tre indagati. Un pezzo di carta igienica ripescato nel water indica che in quella casa c’era anche Rudi Guede. A tutto questo si aggiunge la testimonianza di un albanese che quella notte dice di aver visto fuori dalla casa di via della Pergola Amanda e Raffaele. Lei era armata di coltello e lo ha anche minacciato. Insomma, l’accusa ha mostrato tutti i suoi colpi. La parola passa ai giudici e alla difesa dei tre indagati.

Foto  appartamento 1

Foto appartamento 2

Foto appartamento 3

Foto appartamento 4

Foto appartamento 5

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