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Berlino, 21 novembre 2007 – Davanti ai giudici del tribunale di prima istanza di Coblenza (ovest della Germania) Rudy Hermann Guede ha negato la sua partecipazione all’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher a Perugia. Lo ha detto ad Apcom una fonte della procura di Coblenza. Nel corso dell’udienza, svoltasi in tarda mattinata a porte chiuse, Guede ha chiesto di prendere la parola e ha rilasciato una dichiarazione volontaria in cui respinge l’accusa di aver preso parte al fatto. Le sue parole sono state trascritte in un protocollo che verrà trasmesso nei prossimi giorni alle autorità italiane, insieme alla decisione della procura di Coblenza sulla richiesta di estradizione giunta dai pm di Perugia. Nel pomeriggio l’Oberlandesgericht (il tribunale regionale superiore) inizierà ad esaminare la conferma dell’arresto dell’uomo, attualmente in carcere a Coblenza. La decisione del tribunale superiore e l’analisi della richiesta di estradizione da parte della procura dovrebbero durare fino all’inizio della prossima settimana, ha chiarito la fonte tedesca. Nel corso dell’udienza Guede ha accettato il procedimento semplificato di estradizione. Questo accelera la sua consegna alle autorità italiane, che dovrebbe avvenire nel giro di 10-14 giorni.
DOMANDA DI ASILO
Intanto si apprende che Rudy Hermann Guede, aveva fatto domanda di asilo in Germania – ma sotto falso nome – subito dopo essere entrato nel Paese. Un portavoce della polizia rende noto che “ha chiesto asilo in Germania senza documenti e senza fornire una ragione presso l’ufficio stranieri di Duesseldorf”. Il nome era falso: Kevin Wade, ma data e luogo di nascita erano quelli di di Rudy Hermann Guede.
IL PADRE: E’ INNOCENTE
E’ fortemente scosso e rattristato il padre naturale di Rudy Hermann Guede, ma si dice anche sereno e assolutamente convinto dell’innocenza del figlio. L’uomo ha dato incarico agli avvocati Nicodemo Gentile e Walter Biscotti di difendere il figlio.
LA PERQUISIZIONE A CASA DI RUDY
Un lungo capello di colore nero (forse di Meredith Kercher), l’orma di una suola di scarpa che visivamente sembra la stessa trovata accanto al corpo della studentessa inglese (ma sono calzature comuni, in giro se ne contano 8 milioni di paia) e poi vestiti, oggetti, uno spazzolino da denti.
Gli esperti dell’Ert, la biologa della polizia (la polizia scientifica sta fornendo agli investigatori un contributo determinante), gli inquirenti tutti che ieri pomeriggio hanno effettuato il sopraluogo in casa di Rudy Hermann Guede, fin dal primo mattino assicurato alla giustizia in Germania (ha passato la notte nel carcere di Coblenza) hanno catalogato tutto con la massima attenzione.
Il lavoro però è ancora lungo per la squadra di 30 poliziotti che dall’inizio del mese cerca di ricostruire quanto successo nella casa degli orrori. Il materiale genetico dell’ivoriano 21enne dovrà ora essere comparato con quello rinvenuto su tutti gli altri elementi finora repertati, dalle impronte papillari sul cuscino trovato sotto al cadavere di Meredith al tampone vaginale effettuato sul corpo della studentessa.
Se tutto combinasse il cerchio si potrebbe chiudere intorno a questo ragazzo arrivato a Perugia a 5 anni e dai 17 ai 19 affidato alla famiglia perugina Caporali, molto nota e benestante (agli agenti che lo hanno fermato ha subito chiesto che l’avvertissero) che meno di una settimana prima dell’omicidio era stato sorpreso a dormire in un asilo nido a Milano; con il custode si era giustificato dicendo di volervi solo trascorrere la notte.
Aveva con sè il PC portatile (sul desktop la foto che lo vede accanto allo stilista Giorgio Armani) ed un coltello rubato alla cucina dell’asilo. Venne denunciato a piede libero e pochi giorni dopo, sempre a Milano, fermato per detenzione di una modica quantita di droga. Per ora sarà assistito dai legali d’ufficio Arnaldo e Giovanni Picuti (presenti ieri nella casa insieme agli avvocati di Raffaele Sollecito).
Stamani Rudy Hermann, che ha confermato di avere conosciuto Meredith e Amanda ma di “essere innocente” è comparso davanti al giudice di Coblenza che dovrà decidere se convalidare il mandato di arresto europeo emesso nei sui confronti nonchè i tempi necessari per il rientro in Italia che si presume siano piuttosto ristretti.
IL TRIBUNALE DEL RIESAME
Intanto il 30 novembre prossimo al Tribunale del riesame di Perugia saranno discussi i ricorsi contro il provvedimento di convalida del fermo presentati dai difensori di Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Lumumba Diya. Lo zairese è comunque tornato ieri in libertà, rimane formalmente indagato ma secondo il collegio difensivo è ipotizzabile a breve un procedimento di archiviazione. Al momento, anche se è a casa da meno di 24ore, deve districarsi tra interviste e contratti in esclusiva per la sua attività di musicista.
Quotidiano.net 21 novembre 2007